Porcia. Travolto e ucciso a 15 anni, soldatessa verso lo sconto di pena: i legali hanno chiesto riti alternativi

PORDENONE - Non sarà giudicata con rito ordinario la soldatessa americana che il 21 agosto ha travolto e ucciso sulla pista ciclabile di Porcia Giovanni Zanier, 15 anni, di...

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PORDENONE - Non sarà giudicata con rito ordinario la soldatessa americana che il 21 agosto ha travolto e ucciso sulla pista ciclabile di Porcia Giovanni Zanier, 15 anni, di Pordenone. Il sostituto procuratore Andrea Del Missier aveva chiesto il giudizio immediato. L'udienza era già fissata per il 7 marzo davanti al Tribunale in composizione collegiale, ma le strategie difensive ieri si sono manifestate con una richiesta di riti alternativi che consentiranno all'imputata di ottenere lo sconto di pena di un terzo. L'istanza è stata depositata ieri dall'avvocato Aldo Masserut, che insieme alla collega Maria Grazia Formentini difende sin dalle prime battute la ventenne Julia Bravo, accusata di omicidio stradale aggravato dalla guida in stato di ebbrezza. La difesa a questo punto sonderà con la Procura la possibilità di un patteggiamento, altrimenti farà istanza di rito abbreviato. In ogni caso il processo sarà celebrato in udienza preliminare. L'imputazione formulata dal sostituto procuratore Del Missier è stata aggravata nella parte che riguarda le condizioni in cui la giovane si è messa alla guida. Sulla base di una consulenza tecnica del medico legale Michela Frustaci, infatti, il tasso alcolemico - che inizialmente era stato indicato in 2,09 grammi/litro - è stato elevato a 2,315. La difesa - che a sua volta si è affidata a due consulenti, la tossicologa Donata Favretti e il medico legale Antonello Cirnelli - sta valutando la strategia processuale da adottare una volta una volta esaminati gli atti di indagine.

«Da parte nostra - ha sempre detto Masserut - continuerà una linea improntata alla collaborazione». Quella notte Giovanni Zanier stava tornando a casa a piedi assieme agli amici con cui aveva trascorso la sera al Papi di Roveredo. Camminava, portando a mano la bicicletta di un amico, sulla pista ciclabile della rotonda di via Roveredo. È stato travolto dalla Volkswagen Polo di Jualia Bravo, che procedeva a circa 65 chilometri l'ora, come ipotizzato dalla perizia depositata dall'ingegner Pierluigi Zamuner, consulente a cui la Procura si è affidata per ricostruire la dinamica dell'incidente. Anche la soldatessa tornava da una serata con gli amici al Papi. Erano le 2.30 e affrontando la rotonda a Sant'Antonio non è riuscita a completare la manovra travolgendo il 15enne. La ventenne è tuttora sottoposta agli arresti domiciliari. Sulla questione della giurisdizione non sono arrivate indicazioni da Roma. Le autorità americane, sulla base della convenzione che stabilisce che i militari dell'alleanza atlantica siano processati nel Paese d'origine se commettono reati in Italia, hanno chiesto al ministero della Giustizia di rinunciare al processo. Sul punto il ministro, a cui è stata data notizia dell'avvio dell'azione penale, non si è ancora espresso. 

 

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Il Gazzettino