Addio al gatto Fulvio, era la mascotte del cinema Lux

L'animale aveva 18 anni ed era ammalato, nei dintorni tutti lo conoscevano per il suo incedere elegante

PADOVA - Ha concluso anche la settima delle sue vite uscendo di scena in maniera felpata e silenziosa, il gatto Fulvio, l'animale simbolo del cinema Lux, ormai di casa in...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

PADOVA - Ha concluso anche la settima delle sue vite uscendo di scena in maniera felpata e silenziosa, il gatto Fulvio, l'animale simbolo del cinema Lux, ormai di casa in tutta Santa Croce. Il suo manto rosso non lo faceva passare inosservato finché attraversava senza timore le strade del centro o i binari del tram, con quell'incedere lento e un po' snob che talvolta neanche badava ai passanti, seppur cadenzato dall'ondeggiare di una coda ritta come un'antenna sui movimenti della città.

LA SUA CASA
Da vero Aristogatto, aveva scelto di prendere casa nel cinema d'essai, al civico 9 di via Cavallotti, quasi non si accontentasse dei film campioni di incassi, ma volesse godersi la quiete di un ambiente al suo livello, scippandogli addirittura il titolo. Ed ecco che d'un tratto il cinema Lux gli aveva ceduto i diritti sul nome, lasciandosi battezzare, prima in modo informale e poi ufficialmente, come "Il cinema del gatto". Il suo cuscino campeggiava all'ingresso, anche se non disdegnava il sofà, le poltrone in sala o la finestra, attorno alla quale, da vera celebrity, collezionava gli articoli che avevano raccontato le sue gesta e zampate.
Come quando è stato gatto-immagine della rivista Vanity Fair, o gatto-copertina della mini serie gattofila "Quando al cinema il gatto è di casa" del circolo di cultura cinematografica The Last Tycoon, sulle pellicole coi felini come protagonisti. Tipo "Il gatto milionario" interpretato da Orangey, il micione rosso hollywoodiano protagonista anche di "Colazione da Tiffany", al quale Fulvio non aveva nulla da invidiare. Se nelle stagioni amorose Fulvio poteva prendere il largo e far perdere le sue tracce, destando non pochi timori nei proprietari e nei tanti amici che non mancavano di lanciare appelli per la ricerca, il ritorno del gatto prodigo veniva festeggiato da tutto il vicinato come un vero rientro a casa, o meglio al cinema.
Magari dimagrito o con qualche ferita, eppure sempre riconoscibile per il pelo rosso chiazzato di bianco e per quel nasino roseo triangolare ombreggiato di nero. A giorni mansueto e sornione in cerca di coccole, altre volte indifferente e altezzoso come solo un gatto può essere, diventava il protagonista delle foto degli spettatori e delle dediche sul libro del Lux, ancor più dei film proiettati.

LA RACCOMANDAZIONE
Se da qualche tempo sulla vetrina campeggiava la raccomandazione "Non dare da mangiare al gatto" a causa delle sue traballanti condizioni di salute, a più di 18 anni e con un carcinoma alla bocca ha lasciato scorrere i titoli di coda sulla sua lunga e privilegiata esistenza da star del cinema, seppur dietro le quinte. Al grido di Fulvio Forever è stato proprio il circolo The Last Tycoon a salutare la mascotte del Lux, spesso affiancato ad attori e registi popolari quanto lui. «Se qualche spettatore allergico ai gatti entrava di soppiatto dall'ingresso laterale, lui non tardava a comparire in sala sulla poltrona di fianco o a camminare sul palco quasi a voler oscurare la scena», ricorda Ezio Leoni, che come tutti gli appassionati del grande schermo si chiede se ora anche quella diverrà una sala come le altre.


«No, lo spirito di Fulvio non ci abbandonerà, resterà a ricordarci che il Lux è una sala speciale che fa del cinema un veicolo di cultura e di socialità». Eppure a sentirsi già più solo è Mario Cavallaro, il proprietario del cinema, del quale Fulvio era silenziosa ombra, tanto che alle volte era proprio il gatto a stampare per sbaglio i biglietti camminando sopra alla cassa. Mario che, nei versi della sua poesia di commiato, ne annuncia la partenza inneggiando a quella rara bellezza che non era stata intaccata dal "muso disfatto" dalle peripezie della vita sulla quale è scesa la scritta The End.
  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino