Addio al frate cosmopolita partito dal Bellunese: una vita intensa, gli incarichi in Francia, gli studi su S. Antonio

Addio al frate cosmopolita partito dal Bellunese: una vita intensa, gli incarichi in Francia, gli studi su S. Antonio
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PADOVA/ARSIE' - È mancato a Padova all'età di 97 anni frate Ireneo Valentino Strappazzon di San Vito di Arsiè. Il decesso è avvenuto nel convento dell'Istituto Teologico Sant'Antonio Dottore di via San Massimo, dove il religioso risiedeva. Nonostante l'età, e il fatto che dall'inizio dell'anno avesse accusato qualche problema di salute, nulla faceva presupporre un decesso così repentino, tanto che frate Ireneo la sera prima, cioè poche prima di mancare, aveva partecipato al Capitolo assieme ai confratelli, lucido, ironico e vivace, com'era stato per tutta la sua lunga esistenza. Era un uomo cosmopolita, che al saio preferiva la giacca e il gilet, e che si faceva amare dai fedeli e dai colleghi. Le esequie saranno celebrate domani, 28 maggio, alle 15 nella Basilica del Santo a Padova e poi la salma verrà tumulata lunedì mattina nel cimitero dell'Arcella, nell'ala del camposanto dov'è sepolto il compianto padre Enzo Poiana.

IL PROFILO
Frate Ireneo era nato a San Vito di Arsiè, in provincia di Belluno, il 2 marzo del 1925, ed era entrato in seminario a Camposampiero a 6 anni; aveva preso i voti nel 1943 ed era stato ordinato presbitero a Carcassonne nel 1951. Proprio in Francia aveva trascorso la maggior parte della vita, in quanto per oltre 40 anni era stato direttore della rivista Le Messager de Saint Antoine, appunto in lingua francese, ed era stato pure commissario provinciale in terra transalpina dal 1968 al 1970. Aveva vissuto a Narbonne, Bordeaux e Parigi.
Inoltre a Padova aveva ricoperto il ruolo di bibliotecario nella Basilica dedicata al Taumaturgo. Aveva una grande passione per Sant'Antonio: fino all'ultimo ha studiato le sue opere teologiche, dopo avere scritto in passato numerose pubblicazioni a lui dedicate.

IL RICORDO


«Era una persona entusiasta - ha osservato padre Antonio Ramina, rettore della Basilica di Sant'Antonio - mai stanca, sempre desiderosa di lavorare e di studiare. Il nostro Santo era la sua grandissima passione e a lungo si è soffermato sulle sue biografie, e sui Sermoni che amava particolarmente. Ha abitato per sessant'anni in Francia, dove anche là era stato apprezzato per la sua competenza, ma anche per il carattere spiritoso e vivace che lo caratterizzava. È rimasto lucido e autonomo fino all'ultimo istante all'Istituto Teologico, dove si era ritirato. Mancherà alla nostra comunità, ma anche a tutte le persone che hanno avuto modo di conoscerlo». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino