Addio a Franco Accorsi, innamorato della medicina fu pioniere della cardiologia

Franco Accorsi
TREVISO - La sanità trevigiana è in lutto. Nella notte di ieri si è spento Franco Accorsi. Aveva 82 anni. È ricordato per essere stato uno dei...

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TREVISO - La sanità trevigiana è in lutto. Nella notte di ieri si è spento Franco Accorsi. Aveva 82 anni. È ricordato per essere stato uno dei cardiologi che a cavallo degli anni 70 e 80 fece fare un grande salto di qualità all'ospedale di Treviso avviando il primo servizio di emodinamica, settore riguardante la diagnosi e la cura dei problemi del cuore, delle valvole e dei vasi sanguigni. La sua famiglia era originaria della zona di Ferrara, lui è nato a Monselice nel 1937. Ora viveva a Lancenigo. Da sempre innamorato della medicina, si specializzò in Cardiologia nel 1965. E poco dopo approdò al Ca' Foncello. Qui rimase una quindicina di anni, dando un impulso decisivo alla costituzione del servizio di emodinamica. 


IL RICORDO
«L'ospedale di Treviso gli deve moltissimo: gli fece fare un salto di qualità proprio nel momento in cui stava crescendo ricorda Domenico Stellini, ex direttore generale dell'Usl trevigiana era stimato da tutti, di un'eleganza assoluta e con una preparazione che gli consentiva di confrontarsi direttamente con i più grandi cardiologi dell'epoca a livello mondiale. Il suo percorso professionale e umano ha lasciato il segno in tutti noi». Accorsi si dedicò in modo particolare anche alla cardiologia pediatrica. È stato un pioniere. «Partecipò da protagonista al dibattito sull'opportunità di operare al cuore i bambini che pesavano tra i sei e gli otto chilogrammi continua Stellini senza mai risparmiarsi. Ricordo che pubblicava a proprie spese le lastre riguardanti casi particolari in modo da poter avere una base sulla quale consultarsi con i più grandi specialisti». 

LA CARRIERA
La sua fama arrivò fino a Roma. Emilio Colombo, presidente del Consiglio tra il 1970 e il 1972, gli proposte direttamente di assumere la guida del polo di cardiologia costruito nella città di Potenza. Accorsi dettò condizioni precise. Puntava a trasferirsi in un centro di alto livello in modo da poter continuare a sviluppare le proprie ricerche. Le sue richieste vennero accolte. E così si spostò in Basilicata, dove lavorò per vent'anni come primario, facendo crescere la struttura fino ad affiancarla al polo di riferimento nazionale per l'emodinamica, che all'epoca era quello di Ancona. «Ho sempre cercato di riportarlo a Treviso come primario rivela l'ex direttore generale ma poi le cose cambiarono e lui alla fine non venne». 

IL RITORNO

Accorsi, però, fece comunque ritorno nella Marca. Il Veneto gli mancava. Da qui la decisione di chiudere la propria carriera attiva lavorando per un paio di anni nell'ospedale di Conegliano. Negli ultimi tempi si era dedicato alle sue passioni, a cominciare da quelle per l'arte, la musica e la pittura. Poi arrivò la malattia: una lunga battaglia contro un tumore. Ieri notte si è spento proprio a causa di una complicanza legata alla neoplasia. Non era sposato e non aveva figli. Si è sempre dedicato anima e corpo alla medicina. «Lascia un enorme ricordo in tutti noi conclude Stellini è stata davvero una persona meravigliosa». 
Mauro Favaro Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino