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CONEGLIANO (TREVISO) - Cordoglio nel mondo dell’enologia coneglianese e non solo per la morte improvvisa di Emanuele Da Dalto, 56anni, imprenditore, enologo e membro del Rotary Club Conegliano. Da Dalto si è spento martedì, all’ora di pranzo, nella sua abitazione nella Città del Cima. Qui è stato colto da un infarto. Inutili tutte le manovre di rianimazione messe in atto fin da subito dai presenti, così come l’immediato arrivo del 118. Il personale sanitario si è prodigato per un’ora nella rianimazione cardio-polmonare, ma il cuore del 56enne alla fine ha smesso di battere lasciando nello sconforto l’adorato figlio Antonio, la moglie Fanny, Giacomo, la mamma Giulia, i fratelli Alessandro, Alberto e Annamaria e tutti i suoi famigliari. Una morte piombata come un fulmine a ciel sereno, anche perché l’imprenditore – come testimoniano gli amici – non aveva mai avuto problemi di cuore.
IL RICORDO
«Uomo retto, marito e padre amorevole, amico fidato, la sua scomparsa ha lasciato un vuoto incolmabile nel suo ambiente di lavoro e profondo sconforto nella famiglia e nei numerosi amici» affermano all’unisono familiari ed amici. Titolare di un’azienda che si occupa di impianti, attrezzature e macchine enologiche con sede a Conegliano, Da Dalto era molto conosciuto nel mondo dell’enologia e della viticoltura. «Aveva fatto della sua passione per la viticoltura e l’enologia la sua professione, a cui si dedicava con impegno e dedizione» ricorda la sua famiglia.
IMPEGNO E PASSIONE
Da anni aveva creato una sua attività in questo settore e seguiva numerose aziende importanti del territorio, tra cui la cantina Col Sandago che fa parte del gruppo Hausbrandt. Proprio per loro, in primavera, aveva partecipato al Vinitaly presentando il nuovo champagne prodotto con le uve delle colline di Reims, una produzione a cui Da Dalto aveva lavorato con abnegazione e competenza. Il 56enne faceva parte di Assoenologi, l’associazione degli enologi italiani, e dell’unione ex allievi della scuola di viticoltura e di enologia “Cerletti” di Conegliano, oltre che della Confraternita di Valdobbiadene, impegnandosi nella diffusione della cultura enoica «con l’anima di chi è orgoglioso delle proprie radici e della propria tradizione» sottolineano amici e colleghi.
Il Gazzettino