Addio a Elio Lisotti, aveva aperto il primo bar aperto h 24 in città

A destra, Elio Lisotti
PORDENONE - Il Ferrari Club negli anni d’oro, il primo bar della storia di Pordenone aperto 24 ore su 24. Una specie di istituzione, un posto in cui, bene o male, ci passava...

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PORDENONE - Il Ferrari Club negli anni d’oro, il primo bar della storia di Pordenone aperto 24 ore su 24. Una specie di istituzione, un posto in cui, bene o male, ci passava mezza città. Dalla politica, agli appassionati di sport, fino a chi dopo una serata in discoteca proprio lì trovava un “rifugio” per rifocillarsi. E poi i bar in centro, con una tradizione che si tramanda ancora oggi grazie al figlio, protagonista in corso Vittorio Emanuele al “Municipio”. Tutto questo era Elio Lisotti. Il “totem” dei baristi di Pordenone è morto ieri. Era nato nel 1945. Lo piange anche il mondo del rugby, perché con lui nella dirigenza la città della palla ovale ha vissuto gli anni d’oro. 


IL PERSONAGGIO

Lisotti era noto per essere stato con la sua famiglia il gestore di molti locali pubblici cittadini e per i suoi trascorsi da dirigente sportivo. Nato nel 1945, è stato un instancabile artefice di grandi iniziative imprenditoriali. Perito Chimico, per molti anni validissimo dirigente della Ceramica Scala, una volta andato in quiescenza si era gettato insieme alla moglie Olimpia nella gestione del Bar Primavera di viale Aquileia, facendolo diventare un locale innovativo ed un punto di riferimento per la ristorazione pordenonese. Da lì i coniugi Lisotti, aiutati anche dai figli Alessandro e Francesca, hanno espanso le loro attività acquisendo uno dopo l’altro numerosi altri esercizi, come lo storico caffè municipio di corso Vittorio Emanuele, il Bar Valentino, l’Embassy, l’Amman, il New Pick, ma anche L’Angolo dei poeti a udine e il ristorante Il Maniero a Praturlone. È stato anche una delle colonne del rugby pordenonese negli anni d’oro in cui il club naoniano era balzato dalla serie C2 alla B. Lisotti era entrato a far parte della dirigenza per seguire la passione del figlio Alessandro, ottimo atleta arrivato a vestire anche la maglia dei Dogi, il superclub triveneto, e ad un passo dalle nazionali azzurre. Dal 1988 al 1990 negli anni della promozione in B e della sponsorizzazione della Cassa di Risparmio di Udine e Pordenone aveva ricoperto il ruolo di vicepresidente, mentre il bar Primavera era di fatto la club house della società. Nel 2012 era stato anche vittima di una rapina in casa. 


IL RICORDO


Tra i migliori amici, l’ex sindaco Alvaro Cardin. «Una persona che ci mancherà molto - ha detto -. Ricordo le riunioni della Democrazia Cristiana al bar Primavera, le serate infinite, i gran premi della Ferrari visti al club. In quel locale ci si stava all’infinito. È stato un pilastro per il commercio della città e i risultati si vedono ancora oggi». 

 

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Il Gazzettino