Caduto nella palestra del Mazzotti di Treviso durante una manutenzione, morto dopo giorni di agonia Paolo Malerba

Caduto nella palestra del Mazzotti di Treviso durante una manutenzione, morto dopo giorni di agonia Paolo Malerba
TREVISO - Due settimane di agonia, poi il tragico epilogo. Paolo Malerba, custode della palestra dell'istituto Mazzotti è morto nella notte tra mercoledì e...

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TREVISO - Due settimane di agonia, poi il tragico epilogo. Paolo Malerba, custode della palestra dell'istituto Mazzotti è morto nella notte tra mercoledì e giovedì. Aveva 61 anni. È la seconda vittima sul lavoro da inizio anno, dopo l'operaio moldavo di 31 anni soffocato dalla ghiaia nella cava Mosole. Il 16 gennaio scorso, poco dopo le 17, Malerba era stato ricoverato in codice rosso al Ca' Foncello dopo essere caduto da un'altezza di circa 2 metri e aver battuto la testa mentre stava togliendo alcuni canestri da basket. Non si è più svegliato dal coma in cui era sprofondato dopo quel grave trauma cranico. I due interventi chirurgici a cui è stato sottoposto non sono bastati a salvargli la vita: il 61enne, di origini leccesi, si è spento alle 3 di notte in un letto della Terapia Intensiva. Lascia la moglie Antonella, le figlie Marta e Serena, mamma Antonietta, fratelli e sorelle, che ora chiedono «chiarezza e giustizia. Non si può morire così». E un grandissimo vuoto per la società di pallavolo femminile Albatros Volley, rimasta senza palestra dopo l'infortunio del custode e tuttora raminga tra diverse strutture. Tanto da sollevare già nei giorni scorsi una polemica contro l'amministrazione sulla gestione - a suo avviso tutt'altro che ottimale - degli impianti sportivi cittadini.

Le indagini

La Procura ha già aperto un fascicolo sul caso, tanto che la palestra è rimasta chiusa per permettere ai tecnici dello Spisal di eseguire tutte le verifiche del caso. Ma la morte dell'addetto alle pulizie, dipendente della cooperativa Pulitori & Affini, aggrava la situazione. Nelle prossime ore il pm deciderà se disporre l'autopsia e ulteriori accertamenti così da stabilire se si sia trattato di una tragica fatalità o se dietro il fatale infortunio ci siano precise responsabilità. Tra gli aspetti da chiarire ci sono il motivo della caduta e se l'azione che stava eseguendo rientrasse nei termini delle mansioni contrattuali. Secondo una prima ricostruzione l'uomo avrebbe utilizzato il seggiolone dell'arbitro da volley per salire e azionare una manovella sistemata sopra la porta della palestra a due metri di altezza così da alzare i canestri e preparare il campo da pallavolo per l'arrivo degli atleti. La palestra, di proprietà della Provincia e data in concessione al Comune, viene utilizzata dagli alunni del Mazzotti in orario scolastico mentre di pomeriggio si allenano le società sportive. Per la Albatros Volley, Paolo era un punto di riferimento: «Dopo tanti anni era diventato una presenza costante, uno della squadra a tutti gli effetti. Gentile, disponibile, preciso» lo ricorda la società, che ieri ha listato a lutto il proprio profilo Facebook annunciando un minuto di silenzio in tutte le gare del week end in ricordo di Paolo. Cordoglio e vicinanza anche da parte del sindaco Mario Conte, che sul nodo palestra assicura: «L'obiettivo è ristabilire la normalità non appena sarà possibile. Ora rispettiamo il dolore della famiglia. Poi istituiremo un tavolo con la scuola e la Provincia».

Il cordoglio

Malerba, originario di Collepasso (Lecce), si era trasferito a Treviso all'inizio degli anni Novanta per cercare lavoro. Lo avevano raggiunto anche la moglie e la figlioletta Marta. Qui era nata la seconda figlia, Serena. Paolo abitava a Santa Bona. Dapprima intonacatore, una decina di anni fa un problema ai tendini lo aveva costretto a cambiare settore. E così era diventato dipendente di una cooperativa di pulizie. «Papà era buonissimo, umile, stimato, legatissimo alla famiglia. È un dolore enorme - dice tra i singhiozzi la figlia Marta -. Adesso vogliamo capire cosa è successo».

 

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Il Gazzettino