Il medico-volante "folgorato" in passeggiata

Csaba Gombos
CODOGNE' È rimasto a letto qualche giorno a causa dei postumi del vaccino, somministratogli durante il vax day dedicato agli 85enni. Poi è uscito a fare una...

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CODOGNE' È rimasto a letto qualche giorno a causa dei postumi del vaccino, somministratogli durante il vax day dedicato agli 85enni. Poi è uscito a fare una passeggiata ma è stato colto da un malore fulminante che non gli ha lasciato scampo. È morto così, improvvisamente, il dottor Csaba Gombos, tradito da un infarto improvviso in centro a Codogné , a pochi passi da casa. Il medico in pensione è crollato a terra in piazza Europa e a nulla sono valsi i soccorsi giunti dall'ospedale di Conegliano che hanno tentato inutilmente di rianimarlo. Sul posto anche il maresciallo dei carabinieri Marco Florio per i rilievi del caso. Il dottor Gombos era conosciutissimo e stimato in paese dove dal 1973 aveva prestato la sua opera come medico condotto fino alla pensione nel 2005. Nel 1974 aveva sposato l'amata Donata dalla quale ha avuto due figli, Nicola e Alessio, rispettivamente di 41 e 44 anni.


IL RACCONTO DEL FIGLIO
«Mio padre è sempre stato bene - ricorda il figlio Nicola -. Non aveva nessuna patologia, non beveva, non fumava ed era sempre attivo. Camminava e lavorava in giardino come ha fatto fino a sabato 3 aprile. Quel sabato ha fatto il vaccino (Pfizer) e da quel momento ha lamentato dolori alle ossa e febbre, non altissima, che andava e veniva. È rimasto a letto tutta la settimana fino a ieri, quando verso mezzogiorno ha deciso di andare a fare una passeggiata in centro. Alle 12.30 ci hanno avvertito del malore che ha avuto, e quando siamo arrivati in piazza con la mamma lo abbiamo trovato esanime». «Il papà era contento di farsi vaccinare - aggiunge il figlio Nicola -, e anche noi siamo favorevoli al vaccino. Rimane comunque il fatto che lui ha iniziato a sentirsi male subito dopo l'inoculazione e questo in un certo senso ci ha lasciati perplessi».
IL DOLORE DELLA MOGLIE
«Mio marito, ieri mattina, faceva fatica a salire le scale - racconta la moglie Donata -. Non lo avevo mai visto così. È sempre stato pieno di energia ed era la prima volta che lo vedevo affannato dopo aver fatto qualche passo. Non ho fatto molto caso a questo particolare. Poi mi ha detto che sarebbe andato in centro per una breve passeggiata, e che ci saremmo rivisti di lì a poco. Ma poco più tardi un vicino mi ha chiamata dicendomi che aveva avuto un malore improvviso».
IN FUGA DALL'ARMATA ROSSA
Conosciuto come il medico volante per la sua immensa passione per il volo, il dottor Gombos ha avuto una vita intensa e rocambolesca. Nel 1956 era scappato dalla nativa Budapest in seguito all'invasione dei carri armati russi e, passando per l'Austria, era arrivato ai confini italiani: l'Università aveva messo a disposizione 20 borse di studio per gli studenti scappati dall'Ungheria ed era stato aiutato ad arrivare fino a Padova. Qui grazie alla famiglia del vice provveditore agli studi di Trento, Antonio Valenti e della moglie Anna, che lo hanno accolto come un figlio, si è laureato in Medicina. Prima della laurea ha avuto anche un'esperienza professionale negli Usa. Per Delia Valenti, figlia del professore che lo aveva ospitato in casa come un secondo figlio il dottor Csaba era diventato un fratello: «Aveva sempre grande curiosità di esplorare e conoscere, accompagnata da una grande energia e vitalità».
IL MEDICO VOLANTE

Con il suo aliante a motore il medico volante aveva compiuto delle imprese che sono rimaste nella storia, come la Salgareda - Dakar - Salgareda nel 2005 subito dopo aver volato a Capo Nord nel 2001 e infine in Libia, partendo sempre da Salgareda dove oggi è parcheggiato il suo aliante, compagno di tanti voli che lui amava accompagnare con la musica di Ennio Morricone. Il dottor Gombos non mancava mai alle principali manifestazioni del paese, come la festa della mela cotogna a ottobre, durante la quale sorvolava con il suo aliante il paese salutando con il movimento delle ali chi guardava all'insù.

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Il Gazzettino