Chi era Gabriele l'uomo carbonizzato nel rogo della sua casa: muratore e anima della Pro Loco con la passione per la fisarmonica

Gabriele Cappellato morto nell'incendio della sua casa
CHIOGGIA - Gabriele Cappellato, 65 anni, padre di due figli emigrati da parecchio tempo, era originario di Civè di Correzzola (Padova). Vi aveva trascorso tutta...

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CHIOGGIAGabriele Cappellato, 65 anni, padre di due figli emigrati da parecchio tempo, era originario di Civè di Correzzola (Padova). Vi aveva trascorso tutta l'infanzia e l'adolescenza, prima di trasferirsi per lavoro a Boscochiaro di Cavarzere. Apprezzato muratore, era conosciuto e benvoluto in tutti i centri della zona. Sempre legato al borgo natale, raggiunta l'età della pensione, aveva pensato di farvi ritorno dopo aver restaurato la vecchia casa di famiglia nel territorio comunale di Chioggia, oltre il limite della frazione. L'abitazione dista appena poche centinaia di metri dal centro del paese.

LA PRO LOCO E LA MUSICA
A Civè, ritrovati gli amici d'infanzia e fatte nuove conoscenze, era entrato ben presto a far parte del comitato della Pro loco che, ogni settembre, organizza la frequentatissima "Festa dea Panocia". Appassionato suonatore di fisarmonica e disc jockey amatoriale, partecipava a tutte le iniziative paesane. Frequentava abitualmente il bar che si trova dirimpetto alla chiesa parrocchiale. Quasi tutti i giorni, vi si recava per trascorrervi qualche oretta. Leggeva il giornale, chiacchierava di sport e giocava a briscola coi soliti amici. La giovane cinese che gestisce il locale lo ricorda con affetto. «L'altra sera ha detto se ne era rimasto qui all'incirca fino alle 23. Poi, se ne era andato tranquillo come sempre, dopo aver salutato tutti. Per lui, era stata una serata allegra come tutte le altre. Nessuno avrebbe, insomma, potuto presagire la tragedia».
Franco Marcato, presidente della Pro Loco, lo ricorda così: «Gabriele era un'autentica colonna portante dell'associazione, così come prima di lui lo furono anche i suoi genitori. Era una famiglia orgogliosa delle proprie radici. Sempre entusiasta, Cappellato organizzava e gestiva le feste. Suonava, presentava, animava le serate; e lo sapeva fare davvero bene perché aveva imparato a stare sul palco negli ormai lontani anni Settanta ed Ottanta, quando faceva parte di un gruppo musicale specializzato in musica da ballo. In un'occasione aveva perfino suonato con Little Tony, e ne andava fiero. Nel tragico incendio sono andati distrutti anche gli strumenti e gli impianti per l'amplificazione dei quali era gelosissimo. Per il paese, dove tutti ci conosciamo, è una grave perdita. Oltre a partecipare agli eventi della Pro loco, Gabriele amava organizzare pranzi e cene con tanti invitati. Si metteva al fornelli ed arrostiva. La cucina tradizionale contadina, per lui, era una grande passione».

GLI AMICI


Lo ricordano all'incirca così anche gli amici intimi, ritrovatisi ieri al bar davanti alla chiesa verso le 13,30, qualche ora dopo saputo della disgrazia. Profondamente scossi si sono trattenuti a lungo fuori dalla porta parlando sottovoce, guardandosi di tanto in tanto dritti negli occhi. Tutti loro tendono a pensare che Cappellato sia rimasto vittima di un tragico malore. Soprattutto, escludono che la vittima dell'incendio possa aver acceso la stufa a legna tralasciando di aver adottato ogni precauzione. Assicurano che era un uomo prudente, meticoloso, tutt'altro che dedito agli eccessi. Tendono pure ad escludere che la canna fumaria della sua abitazione possa essere stata difettosa. «Da bravo muratore ha detto uno di loro con assoluta convinzione Gabriele si sarebbe certamente accorto in tempo di eventuali guasti e li avrebbe eliminati in quattro e quattr'otto».
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Il Gazzettino