«Buonanno morto, bella notizia» Il prof fa retromarcia su Facebook

A sx il leghista Buonanno, a destra il prof Romania
PADOVA - «È morto il leghista Gianluca Buonanno? Finalmente una buona notizia". A lanciare la...

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PADOVA - «È morto il leghista Gianluca Buonanno? Finalmente una buona notizia".

A lanciare la provocazione, via Facebook, è stato domenica scorsa il sociologo ed ex segretario cittadino di Sinistra ecologia e libertà Vincenzo Romania.
Il docente universitario, alle ultime elezioni amministrative, si è anche candidato nelle liste del partito di Nichi Vendola, ottenendo 84 preferenze. Professore associato di Sociologia dei processi culturali e comunicativi, Romania ha focalizzato le sue ricerche sui temi dell'identità, del pluralismo culturale e del dialogo interculturale: niente di più lontano, insomma, dalle battaglie portate avanti in questi anni dall'europarlamentare leghista morto domenica scorso in seguito ad un incidente stradale in provincia di Varese.
Dopo qualche ora dalla pubblicazione, il sociologo ha ritenuto opportuno rimuovere il proprio commento in Fb. Troppo tardi però. Qualcuno infatti ha provveduto a salvarlo e a girarlo al sindaco Massimo Bitonci che, sempre su Facebook, è andato immediatamente all'attacco. 
Lunedì, sempre su Facebook, il professor Romania ha fatto retromarcia: «Ho scritto 4 parole in tutto di commento a una notizia, su cui le testate locali han già pubblicato 4 articoli e domani credo finalmente usciranno le smentite che ho dato per intervista. Avessi tentato una ricerca sociologica sulla comunicazione sarebbe stato un risultato imprevedibile. Vorrei precisare che il mio post era politico e riguardava la mia distanza da chi fa politica omofoba, razzista, da chi afferma "Ci vogliono i forni contro i clandestini", da chi si dichiara entusiasta per barconi di immigrati rovesciati o per detenuti suicidi. Non sono per nulla felice della morte di un uomo e non dovevo scrivere quel post, ho sbagliato. Da parte mia non auguro la morte a nessuno e mi dispiace se ho provocato indignazione e me ne scuso».

IL POST DEL PROFESSORE
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Il Gazzettino