Il bibliotecario senza tempo, Giuseppe se ne va a 101 anni: «Una forza della natura»

Il sindaco Massimo Momolo e la bibliotecaria Maurizia Rosada alla festa dei 100 anni di Giuseppe Bonafè
BATTAGLIA TERME - Cent'anni di solitudine era solo il titolo di un libro, uno dei tanti che Giuseppe Bonafè sfogliava nella sua biblioteca. Per lui che in solitudine...

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BATTAGLIA TERME - Cent'anni di solitudine era solo il titolo di un libro, uno dei tanti che Giuseppe Bonafè sfogliava nella sua biblioteca. Per lui che in solitudine non era stato mai e che da qualche mese aveva superato i 101 anni, gli ultimi 41 erano stati popolati, oltre che dagli amici di Battaglia Terme, anche dai numerosi personaggi dei libri con cui faceva conoscenza ogni giorno, da volontario nella biblioteca Marchesi. Giuseppe Bonafè è mancato martedì e a darne il triste annuncio alla comunità ai piedi dei Colli Euganei è stata proprio la bibliotecaria Maurizia Rosada.

IL RICORDO
«Bepi è stato uno dei tanti regali di questa biblioteca: lo ringrazierò sempre per tutto quello che mi ha dato ed insegnato. Giuseppe è stato una forza della natura, ma anche una perla rara che abbiamo avuto la fortuna di incontrare. Un uomo d'altri tempi per puntualità, educazione, memoria, ma soprattutto cura delle persone e delle cose. Ed un punto di riferimento per tutta la nostra comunità, dove è stato memoria storica, ma anche persona amica, capace di un affetto sincero che non è facile sentire. Per noi è un momento molto duro, riconosce Maurizia abbassando gli occhi io stessa lo ricordo fin da piccola a fianco dell'allora bibliotecario Franco Sandon, sempre qui tra gli scaffali a dispensare racconti».
Eppure il racconto più bello era quello sulla storia della sua vita ed il personaggio più appassionante sempre quel giovane Giuseppe, classe 1922, nato vicino alla stazione, in una casa senza bagno e riscaldamento, che partì per la seconda guerra mondiale per rientrare poi a casa a piedi da Trani, camminando per settimane. Ma anche gli episodi della vita in Brasile ai tempi del lavoro alla Galileo, l'azienda del paese, che ancora narrava con dovizia di particolari ai bambini che restavano sbigottiti ad ascoltarlo. Un testimone storico del 900 che fino al ricovero di lunedì all'ospedale di Monselice sembrava non sentire lo scorrere del tempo, complice la ginnastica che faceva ogni giorno in biblioteca: due chilometri a piedi e tanti allungamenti con le braccia o piegamenti sulle gambe per raggiungere i libri sugli scaffali. Per dedicarsi alla lettura, poi, non aveva neppure bisogno degli occhiali, così come non gli serviva il computer per ricordare la collocazione di tutti e 38 mila i volumi archiviati e che catalogava a penna: conosceva la biblioteca come le sue tasche e, quando nessuno lo vedeva, ancora saliva sulla scala per raggiungere quelli più alti.

LE LETTURE


I libri preferiti? «Quelli storici - ricorda Maurizia - Il suo impegno continuava anche nel Centro per la ricerca e la documentazione sulla storia locale di Battaglia Terme, dove ha collaborato alla pubblicazione di diversi testi». Lucido fino alla fine e vedovo da un paio d'anni, dopo un matrimonio di oltre 70, Giuseppe lascia i figli Diego e Andrea e le nuore Fiorenza e Mariangela. Domani, 26 gennaio, alle 10.30 si terranno i funerali, un saluto che non sarà l'ultimo dal momento che in paese stanno pensando di intitolargli uno spazio di cultura «o forse proprio un libro anticipa la bibliotecaria Abbiamo già iniziato a raccogliere aneddoti che lo riguardavano». Un impegno che merita di vederlo ancora tra le pagine di un libro, ora come protagonista.

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Il Gazzettino