Anziano, malato e povero: Gasparini è morto solo. Denunciò i figli che lo avevano abbandonato

Anziano, malato e povero: Gasparini è morto solo. Denunciò i figli che lo avevano abbandonato
CONEGLIANO - Addio a Benito Gasparini, l'ex dipendente della Montedison che in età avanzata denunciò i figli sostenendo che si fossero rifiutati di aiutarlo...

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CONEGLIANO - Addio a Benito Gasparini, l'ex dipendente della Montedison che in età avanzata denunciò i figli sostenendo che si fossero rifiutati di aiutarlo mentre viveva una situazione di difficoltà e nonostante un accordo trovato 11 anni fa davanti al Giudice di pace.

Gasparini si è spento martedì 7 luglio,  per l'aggravarsi delle sue condizioni di salute (aveva subìto un ictus a cui erano seguite ulteriori complicanze) all'età di 85 anni. Originario di Treviso, si era stabilito a Conegliano, dove viveva in via Nazario Sauro, nel 2008, proveniente dal Comune veneziano di Quarto d'Altino (sosteneva di avere cambiato casa 24 volte). Dopo avere fatto il muratore da giovanissimo, lavorò per più di vent'anni alla Montedison di Porto Marghera, svolgendo varie mansioni compresa la vigilanza. I suoi funerali si svolgeranno oggi, giovedì 9 luiglio, alle 11 nel cimitero cittadino di San Giuseppe. Gasparini lascia il fratello Silvano, la cognata Rita e i parenti.

IL CONTENZIOSO
L'uomo era seguito dai servizi sociali del Comune a causa della sua precaria situazione economica, che aveva deciso di rendere nota così come il contenzioso con i due figli residenti nel veneziano, salito più volte alla ribalta delle cronache a partire dal 2016, quando Gasparini denunciò i figli perché rei a suo dire di non essergli stati vicini né fisicamente né economicamente nonostante nel 2009 il Giudice di pace avesse stabilito il versamento di 150 euro a bimestre a favore del padre da parte di ogni figlio. Soldi che dal 2012 non sarebbero più stati erogati. La sentenza di primo grado del Tribunale diede ragione all'ormai ottuagenario, assistito dall'avvocato Fabio Capraro, che ricevette dai figli promesse di una maggiore vicinanza e assistenza che tuttavia, secondo lo stesso Gasparini, non si sarebbero poi tradotte in alcun assegno di mantenimento. Poco più di un anno fa, la difficile situazione dell'anziano con quattro matrimoni alle spalle tornò alla ribalta nel momento in cui l'amministratore del condominio di edilizia residenziale pubblica in cui Gasparini ha trascorso gli ultimi anni della sua vita gli chiese di versare la quota per le spese condominiali.

LE RISTRETTEZZE

«Non ce la faccio» rispose l'inquilino, che fece presente di essere «invalido al 70% e percettore di 670 euro mensili di pensione. Pago l'affitto, le bollette e mi sfamo, anche se qualche volta devo saltare un pasto. Ma le spese condominiali non riesco a pagarle». L'avvocato Capraro scrisse all'Ater e al Comune chiedendo di dare una mano al suo assistito «perché vive in uno stato di forte disagio economico». Un'apertura arrivò dai servizi sociali.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino