Bimbo di 2 anni morto, indagato un pediatra dell'ospedale di San Donà di Piave

Il piccolo Ayann morto a due anni
SAN DONA' DI PIAVE - Un indagato per la morte del piccolo Ayann. La Procura avrebbe iscritto nel registro degli indagati uno dei medici del reparto di Pediatria...

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SAN DONA' DI PIAVE - Un indagato per la morte del piccolo Ayann. La Procura avrebbe iscritto nel registro degli indagati uno dei medici del reparto di Pediatria dell'ospedale di San Donà che, la mattina dell'8 novembre, aveva visitato il piccolo, dimesso nel primo pomeriggio. Ayann, che l'8 dicembre avrebbe compiuto 2 anni, è deceduto verso le 18.30 dello stesso giorno. Una vicenda che ha colpito l'opinione pubblica e che presenterebbe dei contorni da chiarire. Per questo, per sapere cos'è accaduto al piccolo e se c'è un nesso tra la visita medica del mattino e la morte nel pomeriggio (ovvero se ci siano state delle inadempienze), la famiglia, di origine bengalese, da 20 anni in Italia, si è rivolta allo studio degli avvocati Angelo Lorenzon, Nicoletta Masier e Rita Tremiterra di San Donà di Piave.

RICHIESTA L'AUTOPSIA

Il primo passo dei legali è stata la richiesta di accertamento tecnico non ripetibile, in pratica l'esame autoptico. A tale riguardo, sempre ieri la stessa Procura ha dato disposizione affinché si proceda con l'esame autoptico, incaricando il professor Cecchetto di Padova, che giurerà oggi a Venezia e successivamente avvierà le operazioni peritali. Gli avvocati hanno anche chiesto l'acquisizione delle registrazioni della telefonata tra il papà del piccolo e il 118.

DISTURBI INTESTINALI

Il papà di Ayann, Ullah Rohamat, porta il piccolo al pronto soccorso sandonatese per farlo visitare, visto che da qualche tempo che ha dei disturbi intestinali. Ingresso alle 10.15, visita in Pediatria verso le 12 e dimissioni dopo le 14. Visita che viene eseguita prima da un medico e poi da un altro: è proprio uno dei due che la Procura ha iscritto nel registro degli indagati. Le dimissioni nel primo pomeriggio, nonostante il bambino presenti ancora un certo malessere, con vomito e diarrea. Verso le 18.30 il bambino ha una grave mancanza e il padre, allarmato, chiama il 118. «Al telefono, invece, mi dicono cosa fare ed io eseguo», racconterà Ullah. Ma, vedendo che non cambiavano le cose, piangendo, ha invocato un'ambulanza. Ne arriva una senza medico e poi un'altra da Cavallino, portano via il bambino ormai gravissimo. «Dopo 40 minuti - racconta il padre - mi chiamano dicendomi di andare in ospedale e mi comunicano che mio figlio non c'è più».


Attraverso i legali, i coniugi Rohamat vogliono sapere di cos'è morto il figlio e se è stato fatto tutto il possibile per salvarlo. Quindi, se c'è un nesso tra quanto avvenuto al mattino e il decesso: non ultimo, se i soccorsi del pomeriggio siano stati eseguiti correttamente.
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Il Gazzettino