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TRIESTE - Il matematico Antonio Ambrosetti, fondatore con Giovanni Prodi della scuola italiana di analisi non lineare, sviluppando tecniche generali quali teoria della biforcazione, metodi variazionali e topologici, teoria dei punti critici, è morto venerdì 20 novembre all'età di 76 anni a Venezia. L'annuncio della scomparsa è stato dato oggi dalla Scuola Normale di Pisa, dove ha insegnato a lungo. È stato professore anche alla Sissa di Trieste ed era Accademico dei Lincei. Tra i tanti lavori di pregio di Ambrosetti, celebri sono, ad esempio, il 'Teorema di Passo Montanò con Paul Rabinowitz ed il 'Teorema di Inversione Globale con Singolarità' in collaborazione con il suo maestro Giovanni Prodi. Autore, con numerose collaborazioni internazionali, di più di centoquaranta pubblicazioni scientifiche tra le quali cinque monografie, oltre a vari libri di testo e divulgativi. Numerosi i riconoscimenti ricevuti.
Nato a Bari il 25 novembre 1944, Ambrosetti ottenne la laurea in matematica presso l'Università di Padova nel 1966.
Infine si trasferì nuovamente alla Sissa, di cui aveva sempre seguito con attenzione le attività. Nella sua attività scientifica Ambrosetti si è interessato a molte questioni dell'analisi matematica, spaziando dai sistemi dinamici alle equazioni alle derivate parziali. La semplicità e allo stesso tempo la potenza delle idee geometriche alla base di tali strumenti ha generato il successivo grande sviluppo di queste tematiche e ha permesso di affrontare con successo una amplissima gamma di applicazioni in ambiti diversi, tra cui le equazioni differenziali, la fluidodinamica, la meccanica quantistica. L'originalità dell'approccio ha in alcuni casi contribuito alla creazione di nuove discipline, come è avvenuto per lo studio dei sistemi hamiltoniani mediante la teoria dei punti critici da cui ha mosso i primi passi la topologia simplettica.
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