È morto a 110 anni (compiuti neppure due mesi fa) Luigi Tomasi, l'alpino e l'uomo più longevo d'Italia. Luigi era nato ad Ala, in Trentino, il...
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L'INFANZIA E LA PRIMA GUERRA
I primi anni li ha trascorsi con la famiglia (7 tra fratelli e sorelle) a Maso Corona vicino ad Ala. Tutti lavoravano la terra di proprietà della famiglia Debiasi che aveva a proprio carico 27 famiglie di mezzadri. Ha 7 anni quando scoppia la prima guerra mondiale e lui è nei campi a raccogliere le foglie per i bachi da seta assieme alle sorelle quando i soldati italiani li fermano per un controllo. Sono bambini e li lasciano andare dopo un giorno. Nel 1917 la madre con i figli viene sfollata a Savona. Lì la donna si ammala di polmonite e morirà a 45 anni poco dopo al rientro in terra trentina.
SENZA MAMMA A 11 ANNI, IL LAVORO SULLA TERRA E ANCORA UNA GUERRA
Luigi aveva appena 11 anni. Si torna al lavoro dei campi e si arriva al 1930 quando Luigi convola a nozze con Maria Bazzanella: avranno 8 figli. Sono anni buoni quelli in cui l’ultracentenario lavorava la terra dei Conti Malfatti che avevano campagna ad Ala e a Padova. A lui spettava il compito di curare un ettaro di terra e delle bestie, perlopiù cavalli. E anche quando giunge la seconda guerra e Luigi viene mandato a Brunico nei giorni di permesso quando può rientrare ad Ala si affretta a sistemare i poderi dei Malfatti. Ma la guerra infuria e Luigi Tomasi deve combattere in Francia sul Colle della Maddalena. È una vita dura si dorme per terra in tenda senza mai cambiarsi, eppure il cibo non manca. Arriva il congedo previsto per i padri di famiglia con almeno quattro figli e Luigi torna al lavoro nei campi.
LA FAMIGLIA E IL LAVORO LASCIATO SOLO A 80 ANNI
Nel frattempo i conti Malfatti sono costretti a vendere i loro poderi e la buonuscita per Luigi sono tre ettari di terra. È la terra che quest’uomo ha coltivato da sempre a garantire a lui e alla sua progenie il futuro. Un legame forte quello con il lavoro, tanto che Luigi sembrava dispiacersi a ricordare quando è andato in pensione. Ha smesso di lavorare solo attorno agli 80 anni perché non ce la faceva più. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino