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PADOVA - È stato una colonna della Neurochirurgia, prima a Padova dove si è formato e ha ricoperto il ruolo di professore ordinario, poi anche a Treviso, dove in veste di primario è stato fondatore del reparto di Neurochirurgia dell'ospedale Ca' Foncello negli anni Ottanta. La sanità e la città del Santo dicono addio al professore Alessandro Carteri. Sabato, all'età di 89 anni, è deceduto nell'abitazione di famiglia nella centralissima via Dondi dall'Orologio, stroncato da un improvviso malore dopo una lunga carriera di rilievo internazionale. Giovedì si terranno la cerimonia delle esequie e quella dell'alzabara solenne a palazzo Bo.
La passione per le scienze neurologiche
Alessandro Carteri era nato a Verona nel 1933, ma gli studi e la passione per le scienze neurologiche l'avevano ben presto portato, dopo la maturità, dapprima a studiare all'università di Bologna e poi nel capoluogo euganeo dagli anni Sessanta. Qui era divenuto professore ordinario dell'ateneo cittadino in Neurochirurgia. Negli anni ha maturato un curriculum di tutto rispetto, ottenendo riconoscimenti e diventando prima assistente, poi professore associato e a seguire un vero e proprio luminare nel suo campo, che ha contribuito a sviluppare in modo decisivo in Veneto e in Italia, divenendo anche professore ordinario.
I successi
Vi è però anche un altro luogo in cui il professor Carteri ha lasciato un segno indelebile. Si tratta di Treviso dove, ormai quasi quarant'anni fa, nel 1984, fondò il reparto di Neurochirurgia dell'ospedale Ca' Foncello, ancor oggi un'eccellenza del panorama di specialità. Numerosissimi i risultati e i successi raccolti nel giro di pochi anni da Carteri e la sue equipe nella Marca, dal momento che all'epoca la disciplina della Neurochirurgia era in pieno sviluppo. Una parabola ascendente proseguita per oltre vent'anni, tanto da arrivare a essere inserita sul podio dei migliori reparti neurochirurgici d'Italia insieme al suo primario e fondatore. Negli anni Carteri ha continuato a dividersi tra Padova e Treviso, portando avanti sia la docenza che il lavoro in ospedale fino al pensionamento nel 2003. Poi per altri due anni ha continuato a portare avanti diverse consulenze. Entrò inoltre nella Società italiana di neurochirurgia, di cui dal 2017 è diventato socio benemerito. Era lo stesso anno in cui ottenne anche la quarta Medaglia d'oro al merito. Con la famiglia ha sempre mantenuto la residenza a Padova. Sposato con Lucia, ha avuto i figli Silvia e Luciano che gli hanno dato quattro adorati nipoti. Proprio nella casa di famiglia in via Dondi, l'altro ieri sera, l'ha colto un malore fatale, con tutta probabilità un arresto cardiocircolatorio. Giovedì alle 10 la chiesa di San Nicolò ospiterà i funerali, mentre al Bo si terrà l'alzabara.
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