VENEZIA - Aveva sollevato l'amico a circa due metri d'altezza, con i bracci anteriori del muletto. Ma quell'azione ha spostato il baricentro del macchinario,...
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FILMATIDue filmati delle telecamere di videosorveglianza raccontano la tragedia. Gli adolescenti si sono introdotti due volte nel cantiere domenica pomeriggio, la prima alle 16 e poi verso le 18. Hanno scavalcato la recinzione del deposito chiuso, lo avevano già fatto in passato. L'intento era allenarsi con il parkour, quella disciplina metropolitana che consiste nel superare gli ostacoli urbani con i salti e le acrobazie. I due tredicenni erano appassionati di questa attività. Cristiano, con il suo profilo Instagram, seguiva Storror, un gruppo di atleti professionisti di questa pratica, che realizzano video con esibizioni pericolose, anche saltando da un palazzo all'altro.
Quando i due ragazzini sono entrati nel deposito la prima volta, hanno saltato tra i mattoni accatastati e i sacchi di cemento. Forse per imitare i loro eroi.
Sono poi usciti e hanno incrociato il nonno di Cristiano che andava a lavoro, poi anche don Paolo, il parroco di Santa Marta. Quando sono rientrati nel cantiere, alle 18, la loro attenzione è stata attirata dai muletti.
LA CHIAVEIl fulcro dell'indagine è proprio la chiave che aziona i carrelli elevatori, di natura elettrica, all'interno del cantiere. I ragazzini l'avrebbero trovata in una vaschetta a bordo di uno dei mezzi che hanno poi provato ad azionare. Qui è iniziato il loro divertimento dal finale drammatico. Cristiano si trovava alla guida del carrello elevatore, e con i bracci anteriori del mezzo ha sollevato in alto l'amico, a circa due metri d'altezza. Hanno fatto un paio di giri così, per gioco, e poi si sono rovesciati. Una curva presa troppo stretta, un dissesto nel terreno, e il muletto con i bracci alzati si è sbilanciato: ha oscillato pericolosamente a destra e sinistra, il quattordicenne che si trovava in alto è caduto a terra e Cristiano è stato sbalzato dal sedile. E' finito fuori da quel mezzo che purtroppo gli si è poi rovesciato sopra, schiacciandolo con il peso e uccidendolo sul colpo.
La Procura ha aperto un fascicolo ma intende procedere con la massima prudenza. Probabilmente si prenderà alcuni giorni di tempo per decidere se iscrivere o meno eventuali indagati nel registro: se è pur vero che la chiave del mezzo e l'area del cantiere Boscolo Bielo risultavano piuttosto accessibili, va considerato anche il fattore imprevedibilità. Non era infatti così prevedibile che qualcuno si introducesse nel deposito chiuso per azionare dei mezzi edili.
Ieri pomeriggio nella chiesa di San Raffaele Arcangelo, a Dorsoduro, c'è stata una veglia in ricordo del giovane che viveva a San Pietro di Castello ma che stava spesso dai nonni a Santa Marta, e lì frequentava gli amici e la parrocchia. E sempre a Dorsoduro si svolgeranno i funerali del giovane, sabato alle 11 nella chiesa di San Nicolò dei Mendicoli. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino