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VERONA - «Una fuoriuscita autonoma di strada. Sofia e Francesco non hanno sofferto». A parlare è il dirigente della polizia stradale di Verona, Girolamo Lacquaniti alle televisioni locali sul luogo dell'incidente. A pochi metri da lui la Fiat 500 accartocciata dove Sofia Mancini di 19 anni e Francesco D'Aversa hanno perso la vita in quello che a tutti gli effetti è stato dichiarato come un incidente stradale, un'uscita autonoma di strada. E sul quale ora sono in corso le indagini per comprenderne le cause. Nessuna ipotesi è esclusa. A far tragicamente uscire dalla carreggiata la macchina potrebbe essere stato un malore o un colpo di sonno dopo la serata passata nella discoteca Amen delle Torricelle a Verona oppure ancora, un momento di distrazione. Qualsiasi sia il motivo, sono bastati una manciata di secondi e la vita di due giovani si è spezzata.
Il dramma e le cause
Sul corpo dei giovani e sull'auto sulla quale viaggiavano e hanno trovato la morte, sono già stati disposti dei controlli. «Tutti gli accertamenti verranno coordinati dall'autorità giudiziaria. Si faranno controlli sui resti dei ragazzi e sulla vettura che verrà sequestrata - spiega Lacquaniti - Non è possibile in questo caso avanzare ipotesi senza elementi certi, la cosa più brutta in questi casi è avanzare ipotesi senza avere certezze». Sarà quindi fatta l'autopsia su Sofia e Francesco per andare a fondo delle cause che hanno provocato la tragedia. L'unica pista esclusa per ora, è che i due giovani abbiano fatto un incidente per altre cause esterne e terze. «Un incidente drammatico, un incidente per cui la dinamica non ha lasciato scampo ai due poveri ragazzi - sottolinea il dirigente della polizia stradale - Non so se può essere di consolazione il fatto che i medici ci hanno detto che non hanno sicuramente sofferto. Non abbiamo rilevato alcun tipo di elemento che possa far pensare al coinvolgimento di altre vetture o di altre insidie improvvise. Tecnicamente la definiamo una fuoriuscita autonoma.
Il dettaglio del cellulare
Nella tragedia rimane però il giallo di quel cellulare di Francesco D'Aversa che si è acceso nella mattina del 19 ottobre per una manciata di secondi. Giusto il tempo di visualizzare i messaggi inviati dalla sua mamma. E poi si è spento per non accendersi più. Quelle due spunte blu comparse su Whatsapp avevano fatto sperare tutt'Italia. I messaggi mostrati in diretta sul programma "Chi l'ha visto" avevano addirittura fatto pensare ad una fuga romantica. Purtroppo così non è stato.
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Il Gazzettino