Vigodarzere. Giulio, morto a 25 anni di sospetta overdose: è caccia allo spacciatore. La Procura ha aperto un fascicolo

Il Pm Silvia Golin ha aperto un fascicolo contro ignoti ipotizzando il reato di morte come conseguenza di altro reato

Si indaga sulla morte di Giulio Barbato
VIGODARZERE (PADOVA) - Ad uccidere Giulio Barbato, di soli 25 anni, sarebbe stata la droga. La Procura, attraverso il pubblico ministero Silvia Golin titolare delle indagini, ha...

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VIGODARZERE (PADOVA) - Ad uccidere Giulio Barbato, di soli 25 anni, sarebbe stata la droga. La Procura, attraverso il pubblico ministero Silvia Golin titolare delle indagini, ha aperto un fascicolo al momento contro ignoti ipotizzando il reato di morte come conseguenza di altro reato. È dunque scattata la "caccia" da parte dei carabinieri, a chi avrebbe venduto l'ultima dose fatale al ragazzo. Non verrà eseguita l'autopsia, ma la famiglia ha autorizzato l'espianto e la donazione degli organi.

Il fatto

Giulio, venerdì mattina nella sua abitazione di Vigodarzere, ha accusato un malore. Il giovane è andato in arresto cardiaco ed è stata chiamata un'ambulanza del Suem 118. I paramedici sono riusciti a rianimarlo e poco dopo lo hanno trasportato al pronto soccorso dell'Ospedale civile. Il ragazzo, in un secondo momento, è stato ricoverato nel reparto di Terapia intensiva di Cardiologia. I medici hanno provato di tutto per strapparlo alla morte, ma dopo quattro giorni di agonia martedì mattina è deceduto.

Le indagini

I carabinieri della stazione di Pionca di Vigonza hanno effettuato una perquisizione nell'abitazione del giovane e in una stanza hanno trovato e sequestrato un po' di sostanza stupefacente. I militari hanno sequestrato il telefono cellulare del ragazzo. L'obiettivo è risalire agli ultimi contatti avuti da Giulio prima di andare in arresto cardiaco. Visionare chiamate e messaggi per scovare chi gli avrebbe ceduto la droga killer. I carabinieri andranno a scandagliare il mondo della droga. Nei prossimi giorni sentiranno anche alcuni amici del venticinquenne. Gli inquirenti vogliono sapere se il giovane, magari nella giornata di giovedì 14 aprile, ha incontrato lo spacciatore che gli avrebbe venduto la dose letale.

La famiglia, affiancata dall'avvocata Francesca Albertin del foro di Padova, ha fatto sapere che «Giulio non era noto alle forze dell'ordine e non aveva precedenti per droga». E ancora: «Al contrario, infatti, era incensurato e svolgeva regolare attività lavorativa. Nessun elemento, dunque, giustifica il fatto di associare il povero Giulio all'immagine di un ragazzo con serie problematiche legate all'uso di sostanze stupefacenti, addirittura tali da condurlo alla morte». I parenti hanno anche sottolineato come ieri mattina i colleghi della Amazon, dove lavorava, lo hanno ricordato con un minuto di silenzio. Tutti lo hanno descritto come una persona volenterosa e altruista. «Giulio era molto generoso - hanno aggiunto mamma e papà - e in più occasioni aveva donato il sangue. Anche la sua morte ha dato prova del suo altruismo, donando tutti i suoi organi perchè questa era la sua volontà». 

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Il Gazzettino