Stritolata tra due lastre di marmo: a giudizio finisce suo marito

Loretta Toffolo: schiacciata da una lastra di marmo
CAVASO DEL TOMBA - A quattro mesi dalla tragedia nella quale perse la vita la 52enne Loretta Toffolo, originaria di Monfumo ma poi trasferitasi a Villa d’Asolo, la Procura,...

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CAVASO DEL TOMBA - A quattro mesi dalla tragedia nella quale perse la vita la 52enne Loretta Toffolo, originaria di Monfumo ma poi trasferitasi a Villa d’Asolo, la Procura, terminati gli accertamenti, ha chiesto il rinvio a giudizio di Gino Cadonà, il marito 54enne della donna, contestandogli l’ipotesi d’accusa di omicidio colposo.




Il 18 settembre scorso Loretta Toffolo rimase schiacciata da due lastre di marmo da 150 quintali nel piazzale della "Pedemontana Marmi", l’azienda di Cavaso del Tomba che gestiva insieme al marito.



Una tragedia che ha sconvolto Gino Cadonà, che vide morire la compagna della vita sotto i propri occhi. Per lui quella ferita e quell’immenso dolore non sono ancora rimarginati. Ma per la giustizia ha fatto il proprio corso e il pm Valeria Sanzari, sulla base degli elementi di prova racconti dai tecnici dello Spisal e dai carabinieri, ma non solo, ha ritenuto che Cadonà, per colpa e inosservanza delle norme sulla prevenzione degli infortuni, abbia avuto delle responsabilità nella morte della compagna. In attesa dell’udienza non è escluso che la difesa dell’imprenditore possa chiedere un rito alternativo.

Da quanto emerso dalle indagini Cadonà, dopo che i dipendenti avevano finito il turno di lavoro, stava effettuando l'ultimo sopralluogo prima di chiudere la ditta.



Erano circa le 18.30 quando la moglie Loretta, che lo aspettava nel piazzale della Pedemontana Marmi per rincasare e cenare insieme, venne improvvisamente e inspiegabilmente travolta e schiacciata dalle lastre di marmo.



Una tragedia che si consumò davanti al marito, impotente, al quale non rimase che urlare e chiedere aiuto al 118 di Crespano del Grappa. Inutili i pur tempestivi soccorsi: per Loretta non c’era più nulla da fare. Ai medici non rimase che constatare la morte della 52enne e agli inquirenti di avviare le indagini per scoprire cause ed eventuali responsabilità dell’infortunio. I successivi accertamenti, da quanto filtrato, avrebbero portato alla luce una serie di irregolarità che hanno convinto il pm Sanzari ha formalizzare la richiesta di rinvio a giudizio per il titolare dell’azienda nonché marito della vittima per omicidio colposo. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino