Choc a scuola: è morta Paola Rizzo la preside dal cuore grande

Paola Rizzo
PAESE E ISTRANA - La preside dal cuore grande non c'è più. Paola Rizzo, classe 1956, si è spenta, portata via da un tumore diagnosticato neppure 2 mesi...

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PAESE E ISTRANA - La preside dal cuore grande non c'è più. Paola Rizzo, classe 1956, si è spenta, portata via da un tumore diagnosticato neppure 2 mesi fa. Lascia così due comunità, quella di Paese dov'era preside e quella di Istrana dove aveva una reggenza da inizio dell'anno scolastico, unite nel cordoglio e senza parole. I primi segnali della malattia lo scorso 14 settembre durante la presentazione dell'anno scolastico ai genitori delle classi prime della Casteller di Paese. Durante il suo discorso, ha avuto un mancamento e, approfittando di un momento di malfunzionamento del microfono, si è seduta e ha atteso la fine dell'incontro. È stata una delle ultime volte che si è vista girare per i corridoi della scuola, i suoi corridoi. Dal 15 settembre si è messa in malattia. Non ha mai varcato la soglia delle scuole medie di Istrana dove da fine agosto le era stata affidata la reggenza ma dove in passato, circa 4 anni fa, era subentrata a Gianmichele Costa per un anno. L'ultima telefonata con la sindaca Maria Grazia Gasparini, oggi assume toni struggenti.


LA TELEFONATA

«Mi raccontava che aveva chiesto la revoca in Regione per la reggenza e io ero rimasta un po' così perché l'avevo sentita con una voce flebile rispetto al suo solito piglio ricorda Gasparini - Era autorevole, aveva passione per il suo lavoro. E un profondo senso del dovere, lei era la reggente dal 31 agosto e lo è stata fino alla partenza dell'anno scolastico. C'erano numerosi adempimenti per l'emergenza e lei aveva grinta nel portarli avanti». Anche la sindaca di Paese Katia Uberti la ricorda come una donna con la D maiuscola. «Ho conosciuto una donna forte con la quale il confronto è sempre stato all'insegna del rispetto e della massima collaborazione nell'interesse dei percorsi di educazione dei bambini e dei ragazzi afferma - Esprimo le più sentite condoglianze». La preside Rizzo ha vissuto la malattia con estrema dignità senza voler far preoccupare i suoi cari, il marito, il figlio e nemmeno coloro che si trovavano nella sua seconda casa, la scuola. E per la scuola era sempre in prima linea anche quando si trattava di difendere i colleghi facendo da scudo umano com'era accaduto con il professor Giuseppe Falsone aggredito dai genitori di uno studente per averlo rimproverato. La porta del suo ufficio era sempre aperta. La sua era una presidenza volta al confronto e all'inclusione tanto che il motto era Non uno di meno. Un motto che ripeteva quando entrava nelle classi e nelle riunioni con i docenti, improntato sulla volontà di non lasciare indietro nessuno e di saper cogliere le difficoltà per trasformarle in momenti d'apprendimento. E proprio per il suo senso civico e la diffusione della cultura dei diritti umani era stata premiata a Milano con il Cild.
LA COMMOZIONE

«C'è una nuova stella in cielo afferma Emanuela Cavalieri, insegnante alla elementare di Padernello - Certe cose non te le spieghi, ti logori dentro ma una risposta non c'è. Rivolgendo lo sguardo verso il cielo avrò sempre una preghiera per lei, lei che non ha mai smesso di credere in me e mi ha dato forza per affrontare il mio lavoro con energia e passione. Non uno di meno preside, mai senza lei nel cuore, per sempre». Commosso anche il ricordo degli altri docenti: «Dobbiamo solo dirle grazie per quello che ha fatto, per quello che ha rappresentato e per quello che era». Qualcuno ricorda gli abbracci dati agli studenti più fragili durante le ore di educazione all'affettività. «Ricordo l'abbraccio con un ragazzo di quinta elementare in corridoio alla fine della lezione afferma l'insegnante È stato un momento davvero intenso, difficile da dimenticare. Lei diceva che non poteva passare tutti i giorni per le aule per conoscere tutti gli studenti, ma appena ne aveva l'occasione lo faceva sempre». A ricordarla sono anche i genitori. «La preside Rizzo ha fatto di tutto unitamente al suo team per far ripartire la scuola, la più grande del Veneto e ci è riuscita- afferma Mattia Boscolo, presidente del Comitato genitori di Padernello - Ha visto i suoi ragazzi entrare nelle classi e il giorno dopo non ce l'ha più fatta ed è rimasta a casa. Forse nessuno sapeva. Difficilmente ci dimenticheremo del suo esempio».
Lucia Russo 
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Il Gazzettino