Addio a Ida, con i suoi 112 anni era la "nonna" d’Italia

Ida Zoccarato mentre riceve nel maggio scorso la terza dose di vaccino
PADOVA - Prendiamo un libro di storia, scorriamo il programma di quinta e scopriamo che nonna Ida c’è sempre stata. Dalla pandemia della Spagnola ai giorni nostri,...

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PADOVA - Prendiamo un libro di storia, scorriamo il programma di quinta e scopriamo che nonna Ida c’è sempre stata. Dalla pandemia della Spagnola ai giorni nostri, passando per due guerre mondiali e arrivando ovviamente all’emergenza Coronavirus. Fino all’altro ieri la padovana Ida Zoccarato ne ha viste tante, tantissime. Più di chiunque altro nel nostro Paese. La nonna d’Italia è morta domenica alle sei di sera dopo aver battuto ogni record diventando la più anziana di tutti: 112 anni, 237 giorni e due occhi vispi mantenuti fino all’ultimo. 



L’ULTIMO GIORNO
«Ciao mamma». «Ciao Piero». Ha salutato come sempre il figlio, si è fatta lavare dalla badante, ha bevuto un bicchiere di the mangiando due fette biscottate e poi si è addormentata sulla poltrona. Un sonno lungo, profondo, da cui non si è più svegliata. 
«È straordinario pensare quanti anni abbia vissuto ed è incredibile che fosse stata capace pure di guarire dal Covid - sospira il figlio settantottenne Pietro Nostran - Ero preparato a questo momento anche se non si è mai preparati fino in fondo perché la mamma è sempre la mamma. È stata cosciente fino all’ultimo, poi mentre riposava il respiro si è fatto più affannato. Abbiamo capito subito». E passato il primo momento di sconforto, ora spunta comunque un sorriso: «Si è spenta con me vicino. Fino all’ultimo non si è mai sentita abbandonata». 


LA STORIA
Il figlio parla nel salotto di casa e intanto nella mente scorre una storia lunga ben più di un secolo. Anzi, scorre la Storia, con la S maiuscola. Dal governo Giolitti al governo Draghi, in mezzo dieci Papi e dodici Presidenti della Repubblica. 
Nonna Ida era nata il 24 maggio del 1909 e aveva compiuto sei anni proprio il giorno in cui «il Piave mormorava» e l’Italia entrava in guerra. Era già una ragazzina tredicenne quando Mussolini marciava su Roma prendendo il potere. Ha visto poi la caduta del regime, il boom economico, gli anni di piombo e tutto il resto fino a due giorni fa. 
Ha vissuto la Storia standone sempre alla periferia, con la testa china sui campi da coltivare prima nel piccolo comune di Vigonza e poi nella frazione padovana di Ponte di Brenta. La storia, però, l’ha in parte scritta lei stessa. Le notizie che la riguardavano negli ultimi anni hanno fatto il giro d’Italia. Prima le 111 candeline, poi il Covid sconfitto, il vaccino, un nuovo compleanno e infine - poco più di un mese fa - perfino la dose booster. Senza mai smettere di mangiare pasta al sugo, petto di pollo e verdura cotta. «Quanti anni compi?» la incalzava la nipote. «Tanti» sorrideva Ida. Tanti da perderne il conto. Non è stata aggredita dal virus e non se l’è nemmeno portata via un infarto o un brutto male. No, nonna Ida se n’è andata dormendo semplicemente perché quello dei 112 anni era già un traguardo straordinario e prima o poi la strada doveva finire.

 
LE ABITUDINI
Restano gli album con le foto di famiglia. Il matrimonio (il marito morì in guerra a 35 anni prigioniero dei tedeschi a Lipsia e lei lo scoprì dagli annunci sui caduti in Guerra esposti dal Comune in municipio), il duro lavoro sui campi, la festa per i 100 anni e poi quella in limousine per i 106, quando Ida realizzò un grande desiderio: essere accompagnata a Vicenza per mangiare il suo adorato baccalà. Tra le pagine degli album la nonna d’Italia compare anche in una foto di un viaggio a Lourdes con la parrocchia, anno 1976. 


Lascia il figlio Pietro e la figlia Edda, più quattro nipoti e due pronipoti. Lascia, soprattutto, una straordinario esempio di longevità. Uno stimolo per tante altre nonne, anche se battere Ida sarà quasi impossibile. 
 

 

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Il Gazzettino