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CHIOGGIA - «Ho sentito delle urla. Una ragazza che gridava di avere mal di pancia e, piegata su se stessa, chiedeva aiuto. Poi ha vomitato sangue, Sono arrivati gli infermieri e l'hanno portata dentro. Poi non l'ho più vista». È il racconto di un testimone che domenica mattina, si trovava al Pronto soccorso dell'ospedale di Chioggia quando è morta Federica Fabbris. Quelli raccontati, probabilmente, sono stati i suoi ultimi minuti di vita. Un racconto che coincide sostanzialmente con i pochi particolari resi noti dall'Ulss 3 che ha parlato di una «situazione gravissima» già all'accesso al Pronto soccorso e di un decesso avvenuto nel giro di 40 minuti. Un racconto breve ma drammatico che, però, non aiuta a risolvere il mistero della morte della giovane e, soprattutto, a capire se i malesseri che aveva manifestato nei giorni precedenti abbiano o meno qualcosa a che fare con il tragico esito finale.
SILENZIO
«Abbiamo ricevuto disposizione dalla famiglia di non rilasciare alcuna intervista. Arrivederci». Il click del telefono interrompe subito la conversazione. Alla Carrozzeria Fiume, ultimo luogo di lavoro di Federica Fabbris, preferiscono restare in silenzio e non rilasciare nemmeno un ricordo della 37enne morta domenica mattina. Nei giorni precedenti, Federica era mancata saltuariamente al lavoro, proprio per i vari malesseri che l'avevano colpita e indotta a farsi refertare per tre volte (l'ultima sabato pomeriggio) prima del fatale epilogo. Un vicenda che può alimentare qualunque sospetto, dall'errore medico, alla sottovalutazione personale dei sintomi, per cui è assolutamente comprensibile che le persone più vicine a Federica aspettino di capire meglio cosa possa essere successo, prima di rilasciare dichiarazioni. E, del resto, anche l'Ulss 3 Serenissima, sembra seguire questa linea. Ieri sarebbe stata eseguita «l'indagine diagnostica» sulla salma della ragazza, per tentare di accertare la causa della morte ed, eventualmente, la correttezza della presa in carico. Ma, anche qui, nessuna comunicazione, per ora, è stata rilasciata, ed è presumibile che ci vogliano alcuni giorni, salvo interventi della magistratura che potrebbe anche bloccare qualsiasi dichiarazione ufficiale.
COMMOZIONE
Intanto, però, in città l'ondata emotiva è fortissima e non c'è praticamente nessuno che non si chieda se Federica non potesse essere salvata da un intervento più appropriato, nei giorni in cui aveva cominciato a sentirsi male o anche nel momento in cui è arrivata, urlante, al pronto soccorso.
Il Gazzettino