Morosin: «Il Veneto si attivi per gli indipendentisti catalani in galera»

Una manofestazione degli indipendentisti veneti a sostegno della Catalogna
«Da più di un anno sono chiusi nelle carceri spagnole, ma l’Europa non si muove, il Governo italiano nemmeno, chiedo che la Regione Veneto si attivi»....

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
«Da più di un anno sono chiusi nelle carceri spagnole, ma l’Europa non si muove, il Governo italiano nemmeno, chiedo che la Regione Veneto si attivi». L'avvocato Alessio Morosin di Indipendenza Veneta si appella a Luca Zaia e al "parlamentino" veneto: «Mi stupisco che il Consiglio regionale del Veneto non abbia ancora avuto la sensibilità di discutere e trattare la questione della democrazia in Italia e in Europa in una seduta ad hoc, e di prendere una posizione sui prigionieri politici per l’autodeterminazione».


«Il caso riguarda quattro politici catalani leader del percorso democratico di indipendenza della Catalogna, ancora detenuti, Jordi Turull, Josep Rull, Joaquim Form e Jordi Sanchez. La loro “colpa” è solo di aver tentato di far votare il Popolo catalano in un referendum consultivo sull’indipendenza. Solo per questo sono detenuti! Costoro hanno scritto alle autorità europee e ai governi dei Paesi membri della Ue, Italia compresa - ma per quanto ci risulta - nessuno ha risposto. Quindi – incalza Morosin – mi auguro e chiedo al Consiglio regionale del Veneto, di cui sono stato componente, di non rendersi complice di una condotta di indifferenza fingendo di ignorare che la questione non sussista. Il diritto naturale di autodeterminazione e prima ancora la libera espressione del proprio pensiero e, a monte la stessa democrazia, vanno difesi senza esitazione». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino