Coronavirus. Posti esauriti nelle terapie intensive dell'ospedale di Montebelluna

Posti esauriti nelle terapie intensive dell'ospedale di Montebelluna
MONTEBELLUNA (TREVISO) - La Terapia intensiva dell'ospedale di Montebelluna è al tutto esaurito. Nei 9 posti letto disponibili ci sono altrettanti pazienti intubati che...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

MONTEBELLUNA (TREVISO) - La Terapia intensiva dell'ospedale di Montebelluna è al tutto esaurito. Nei 9 posti letto disponibili ci sono altrettanti pazienti intubati che stanno combattendo contro il Covid. «Siamo al massimo», ha confermato Marco Cadamuro Morgante, il direttore del San Valentino. In caso di altre situazioni gravi, si dovrà per forza fare riferimento alla Rianimazione dell'ospedale Ca' Foncello di Treviso. Dopo l'apertura della seconda unità Covid, qui ci sono infatti ancora diversi posti liberi. E questo consente di guardare al periodo della Pasqua senza dover temere eventuali emergenze. «Ci sono 11 posti liberi nella Terapia intensiva del Ca' Foncello fa il punto Francesco Benazzi, direttore generale dell'Usl della Marca in un periodo come questo, ancor di più di prima, lavoriamo mettendo a sistema gli ospedali per rispondere a tutte le possibili necessità». L'assistenza è garantita. La speranza è che non serva. 


IL BOLLETTINO

Ieri in provincia sono emersi 231 nuovi contagi. Il numero di trevigiani che stanno combattendo contro il Covid è stabile sotto quota 4mila. Adesso sono esattamente 3.827 (meno 32 in un giorno). E purtroppo nelle ultime 24 ore sono mancate altre dieci persone che erano state contagiate dal coronavirus. Con questi ultimi, sale a 1.693 la triste conta dei lutti registrati nella Marca in poco più di un anno e un mese dall'inizio dell'epidemia. Sul fronte degli ospedali, sono sempre 300 i pazienti positivi ricoverati. A Montebelluna, in particolare, oltre ai nove pazienti in Terapia intensiva, ce ne sono 15 nell'area semi-intensiva della Pneumologia e 53 nel reparto Covid. «Abbiamo ridotto l'attività chirurgica proprio per concentrarci sulla Terapia intensiva spiega Morgante, ieri impegnato nel centro vaccinale di Vidor per il Vax-day dedicato alla classe 1935 siamo comunque in grado di ricevere ancora i pazienti non positivi. Certo, la pressione non manca. Nelle scorse ondate era stata anche maggiore. Andiamo avanti con la stessa determinazione». 


L'ORGANIZZAZIONE

In questo periodo tutti gli ospedali della provincia di Treviso, e in realtà anche tutti quelli del Veneto, hanno sospeso le visite, gli esami e gli interventi chirurgici che non presentano carattere d'urgenza. Il blocco non è totale come quello visto nel lockdown dell'anno scorso. Si continua in particolare nei poliambulatori territoriali. C'è qualche segnale incoraggiante. L'indice Rt è tornato sotto l'1. Significa che l'epidemia ha iniziato a ridursi. Fermo restando che non è ancora visibile un'inversione di tendenza. Ieri ci sono stati anche meno ricoveri. Venerdì ne erano stati contati addirittura 22, tra i quali pazienti di poco più di trent'anni. Nelle ultime 24 ore, invece, ci si è fermati a 11. Un numero comunque ancora elevato. 


I TIMORI

Da martedì si tornerà in zona arancione, con la riapertura delle scuole. Ed Elzo Severin, sindaco di Montebelluna, medico a sua volta impegnato ieri a Vidor come volontario per la campagna vaccinale, non nasconde le preoccupazioni. «Speriamo bene dice il sindaco di Montebelluna in questo periodo il numero di contagi è rimasto praticamente stabile in tutta l'area del montebellunese. L'auspicio generale è che gli ultimi giorni in zona rossa possano contribuire a ridurli ulteriormente. Dopo il ritorno in zona arancione non bisognerà comunque abbassare la guardia, rispettando rigorosamente le regole. E confidiamo che anche gli studenti che torneranno sui banchi di scuola mantengano i distanziamenti non solo all'interno dei plessi scolastici ma anche quando si trovano all'esterno». 
 

Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino