Muore in attesa dell'Inps ora quei soldi vanno restituiti

Muore in attesa dell'Inps ora quei soldi vanno restituiti
MONTEBELLUNA - Del suo Fabrizio, a Rosa Poloni restano solo le spese per il funerale, oltre a una montagna di ricordi e testimonianze di affetto che scopre giorno dopo giorno nel...

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MONTEBELLUNA - Del suo Fabrizio, a Rosa Poloni restano solo le spese per il funerale, oltre a una montagna di ricordi e testimonianze di affetto che scopre giorno dopo giorno nel pc. E anche se, formalmente, verso il suo amico specialissimo, che viveva anche per l'anagrafe con lei dal maggio 2012, nessuno ha sbagliato, i tempi e le regole della legge le lasciano l'amaro in bocca. A cominciare da quelli dell'accompagnatoria, di cui il Gazzettino aveva scritto nel giugno 2014 raccontando il caso di Fabrizio.




I soldi sono arrivati un anno dopo la richiesta, un mese dopo la sua morte, avvenuta a febbraio di quest'anno, e sono stati chiesti indietro dopo un giorno. «Fabrizio -spiega Rosa- aveva fatto domanda di accompagnatoria nel marzo 2014, ha sostenuto la visita a luglio e ottenuto risposta positiva a fine ottobre. Il pagamento però è avvenuto il 2 marzo 2015; peccato che Fabrizio sia morto il 2 febbraio».



Da anni Fabrizio, 60enne ucciso da osteoporosi con crolli vertebrali multipli, viveva con Rosa e da lei è stato assistito fino all'ultimo respiro, quando i troppi antidolorifici gli hanno affaticato il cuore. «Prendeva un oppiaceo tre volte al giorno e un violento infarto in 5 minuti gli ha dato il volo. È morto a casa mia, tra le mie braccia, dicendomi da buon romano "Rò stavolta è la volta bona". Il personale del 118 ha provato a rianimarlo per 25 minuti ma ha solo rantolato e poi è andato».



Un mese dopo, il 2 marzo, è arrivata la sospirata accompagnatoria. Durata per non più di ventiquattr'ore. «Il 3 marzo l'Inps ha contattato la banca per avere subito il denaro in restituzione, arretrati compresi». L'eventuale restituzione degli arretrati andrebbe chiesta dagli eredi che sembra non intendano occuparsene. «Ora succede -conclude Rosa- che l'Inps si terrà i 5mila euro di arretrato e la Regione l'indennità di cura domiciliare arretrata del 2014. Io l’ho curato, assistito e non ho diritto a nulla. Bella beffa. Avevo la firma sul conto ma il conto è stato bloccato dalla banca: solo gli eredi vi possono accedere».



Eppure, Rosa non si è tirata indietro: «Ho pagato tutto io. Compreso il trasporto a Roma nel loculo del figlio, morto vent'anni fa a 15 anni. Pagherò tutto ma resta una amarezza infinita. Un senso profondo di abbandono e ingiustizia». Anzi, c'è una cosa che Rosa non pagherà. «In aprile si è presentata Equitalia per 120 euro: questi non li pago, non ne ha diritto» Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino