Bulli seminano il caos: «Pagheranno i loro genitori»

foto di repertorio
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MONTEBELLUNA - Era trascorsa da un pezzo la mezzanotte, fra giovedì e venerdì, quando un giovane, in preda ai fumi dell’alcol, ha preteso in prestito, per farsi un giro, lo scooter di un altro ragazzo, che neppure conosceva. E, di fronte al diniego del proprietario, ha iniziato a percuoterlo, scatenando una rissa. Il tutto, senza alcuna remora nonostante la presenza di un’auto dei carabinieri, ferma a 50 metri di distanza. Teatro dell’episodio che ha coinvolto, fra protagonisti e spettatori, una ventina di adolescenti, piazza Petrarca, dove si era svolta, durante la serata, la seconda “Shopping night”. Un evento caratterizzato da un afflusso incredibile di persone di ogni età, compresi molti ragazzini. Che, oltre a non rispettare in molti casi le regole imposte dall’emergenza Covid, sono andati oltre.


 LE FORZE DELL’ORDINE Ad intervenire per sedare la rissa i carabinieri del nucleo radiomobile di Montebelluna, coadiuvati dalle stazioni di Nervesa della Battaglia e di Crocetta del Montello. Ed è toccato a loro dividere i ragazzi e bloccarli perché non si fermavano, nonostante la presenza dei carabinieri. A pagare per le malefatte dei ragazzini, con ogni probabilità, i genitori. Cinque degli otto identificati (ma sono in corso ulteriori indagini e quindi il numero potrebbe crescere) e denunciati a piede libero, di età compresa fra i 15 e i 18 anni, non sono maggiorenni e le Forze dell’ordine stanno valutando di procedere nei confronti di mamma e papà per abbandono di minore. Poco importa che ai 18 anni non manchi molto: per la legge, quei ragazzi sono minori e vanno controllati. La cosa preoccupante, oltre alla strafottenza dimostrata nei confronti dei militari da parte dei ragazzi, è che i genitori, cui i minori sono stati riconsegnati e affidati dalle stesse Forze dell’ordine, non sapevano né dove fossero i propri figli né cosa stessero facendo. Anche se molti di loro non sono neppure residenti a Montebelluna ma arrivano da altri centri del comprensorio, Valdobbiadene in particolare. Per due, in arrivo da tale centro, è già stato emesso il foglio di Via, che per un periodo impedirà loro di venire a Montebelluna, ma per i minorenni questo non è fattibile.

 IL GRUPPETTO Nel gruppo peraltro ci sono vari italiani, altri ragazzi invece appartengono a famiglie straniere ma sono comunque nati in Italia. Anche per questo, quanto è accaduto giovedì può difficilmente essere posto in relazione con i fatti della stazione e del condominio Guarda, che tengono da settimane Montebelluna con il fiato sospeso. Anche il sindaco Marzio Favero, del resto, sottolinea le responsabilità dei genitori per l’accaduto. «La grande domanda che ci si deve porre -dice Favero- è: ma dove sono quei genitori che dormono sonni tranquilli mentre i loro figli minorenni all’una di notte si trovano ancora in un’altra città rispetto a quella di provenienza? Diversi di questi sono stati identificati ma quello che è peggio e che pone il problema è il fatto che questo atteggiamento sembra corrispondere ad una moda, ad uno stile distruttivo ed autodistruttivo. Non si tratta di fare moralismi perché i ragazzi a quell’età possono anche trascendere e sbagliare». In ogni caso “hanno bisogno di aiuto ma ancor più hanno bisogno di aiuto le loro famiglie ed i loro genitori che dovrebbero ricordarsi di avere una responsabilità almeno fino a quando i figli non hanno raggiunto la maggiore età. Il ruolo del genitore non si può delegare a nessuna istituzione, tanto meno alle forze dell’ordine». E anche i Montebellunesi reagiscono con preoccupazione all’accaduto: «Sarebbe ora di finirla -dice uno di loro sul web- o si inizia a prendere seri provvedimenti o prima o poi qualcuno perde la testa». Anzi, forse l’ha già persa.
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Il Gazzettino