Sauris, il paese senza virus che torna a riaprire per le vacanze

Sauris
Sauris è con Sappada il Comune più alto in Friuli e ha avuto la fortuna di non avere avuto alcun caso di Covid-19 e nessuna quarantena per il coronavirus...

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Sauris è con Sappada il Comune più alto in Friuli e ha avuto la fortuna di non avere avuto alcun caso di Covid-19 e nessuna quarantena per il coronavirus dall'inizio dell'epidemia a oggi. Una situazione sanitaria invidiabile, che si è ridotta a essere una magra fortuna considerato che il lockdown ha costretto a chiudere anche lì dove il virus non è mai arrivato.

«Una felicità effimera - racconta Sebastiano Crivellaro, affinatore di formaggi di Malga Alta Carnia a Sauris - perché, come diceva il viaggiatore americano Alexander Supertramp, è inutile se non puoi condividerla».

Una situazione irreale anche per Sauris, polo turistico abituato ad avere sempre visitatori. «D’improvviso siamo passati da un weekend incredibile (quello del 7 marzo ndr) in cui tutta la montagna era presa d’assalto, al blocco totale».
Difficile essere contenti quando tutto di colpo si ferma: «Con la mia formaggeria avrei potuto restare aperto, ma ho chiuso perché il mio lavoro è rivolto soprattutto ai turisti». Turisti che a causa del coronavirus non si sono fatti vedere per quasi tre mesi a Sauris e più in generale sulle montagne del Friuli Venezia Giulia. Per Crivellaro oltre al danno, la beffa: «tra il 2019 e il 2020 ho trasferito la mia cantina da Lateis a Sauris di Sotto e quando avrei dovuto iniziare, è arrivato il coronavirus».
Ora è giunto il momento di ripartire per la stagione estiva ormai alle porte. Dal punto di vista turistico essere stati solo sfiorati dall’emergenza può essere un vantaggio per ospitare turisti durante le vacanze estive. «È un punto di partenza migliore rispetto ad altri luoghi, ma non credo sia la vera chiave di svolta. Penso che la montagna intera del Friuli, da Sauris a Tarvisio, debba lavorare unita e spiegare che è possibile mantenere le distanze. È un’opportunità da cogliere». Crivellaro è convinto che l’errore più grave sia pensare che l’amante della montagna sia di “proprietà” di un singolo luogo anziché dell’intero comprensorio, «d’altronde se una valle lavora bene è difficile che quella vicino soffra». Ottimismo è la parola d’ordine, ma «non quello giulivo che fa pensare che i problemi non esistano, semmai quello realista capace di dare il giusto stimolo per la rinascita senza fare immaginare cose irrealizzabili che portano alla delusione. Anche perché razionalmente le difficoltà ci sono e sono tante».

Anche Sauris è una località che fa affidamento sui turisti e le riaperture interregionali , oltre che con Austria e Germania si rivelerebbero fondamentali. «Le attività che non hanno già riaperto, lo faranno presto. Molto dipenderà dalla gente, dalle ferie che potrà fare o dalle disponibilità economiche. Prima di metà di giugno sarà difficile capire come potrà andare la stagione, ma dobbiamo dare un segnale. Siamo tornati». Tutto il lavoro del Comune e della rete delle imprese Sauris-Zahre è volto proprio a «rilanciare l’aspetto turistico, ma non solo in funzione del fatto che siamo sempre stati Covid-free. Dobbiamo sfruttare al meglio i vantaggi che la natura ci ha regalato, ma senza creare inutili dualismi con il mare. Le persone sanno che in montagna si possono adottare misure più favorevoli che altrove e noi dobbiamo farci trovare pronti». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino