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PORDENONE - Sarà sepolto venerdì nel cimitero di Pordenone. Il giorno in cui avrebbe compiuto novant'anni. È morto all'alba di ieri mons. Luciano Padovese, per 57 anni guida e faro della Casa dello Studente di Pordenone, sacerdote illuminato e capace di mettere insieme e far lavorare all'unisono tutte le diversità del mondo con la rara capacità della mediazione. È stato e rimarrà nel cuore di tanti pordenonesi (e non solo) perché chiunque si rivolgesse a lui aveva il suo aiuto, il suo conforto se necessario, la sua benevolenza, una parola giusta nel momento più delicato. Ma anche una risata e la capacità di far uscire il meglio. È stato capace di prendere in mano la Casa dello studente che era stata appena costruita e di lasciarla, quasi sessant'anni dopo, un punto di ritrovo e approdo per migliaia di persone. Tutto senza mai dimenticare il suo ruolo di sacerdote, celebrando la messa ogni volta che poteva e mettendo sempre davanti la fede.
LA MORTE
Erano le 5 di martedì mattina quando si è spento a Cimpello nella casa di Laura Zuzzi e Francesca Vassallo, le sue storiche collaboratrici che con lui hanno lavorato fianco a fianco per far risplendere il centro di aggregazione di via Concordia 7. Quando non ha più potuto vivere da solo, anzichè lasciarlo andare in casa di riposo, lo hanno ospitato sino all'ultimo giorno nella loro casa. Tre anni fa era stato operato alla schiena e da allora non riusciva più a camminare e aveva perso la sua autonomia. Ma non certo la velocità del pensiero e le sue capacità organizzative. Anzi. Nonostante l'età avanzata ha continuato a dirigere la Casa dello studente restando sempre in prima linea. Poi è arrivato il Covid che lo aveva segnato parecchio e altri malanni che lo hanno debilitato.
LA SCOMMESSA VINTA
Nato nel portogruarese ha frequentato parte delle scuole al seminario di Pordenone. Giovane sacerdote fu mandato a Portogruaro a dirigere il collegio Marconi, ma prima ancora di compiere trent'anni, l'allora lungimirante vescovo, Vittorio De Zanche, decise di affidagli la Casa dello studente, donata alla diocesi da Lino Zanussi affinchè diventasse un centro di aggregazione per i giovani. Erano i primi anni 60. E pensare che lui a Pordenone non ci voleva venire. «Quando l'ho saputo - ha raccontato in una recente intervista rilasciata al Gazzettino - mi è venuto da piangere. Non me ne volevo andare da Portogruaro». Poi l'incontro con Lino Zanussi che gli diede un mandato molto chiaro per la Casa dello Studente. «I figli dei miei operai - disse il patron - devono avere un posto dove mangiare bene, studiare, leggere, divertirsi e incontrare i figli della borghesia pordenonese». Da qual momento fu un crescendo. La Casa dello studente divenne un crocevia dove si incontravano giovani, artisti, derelitti, persone brillanti, pittori e scrittori. Proprio dal via Concordia 7 partirono alcune delle idee che ora fanno grande in giro per il mondo Pordenone, come Cinemazero e in parte anche PordenoneLegge. La profonda amicizia con il critico d'arte Giancarlo Pauletto fu foriera di altre iniziative, così come quella con Laura Zuzzi, presidente dell'Ires e Francesca Vassallo che guida il Centro di iniziative culturali. Oggi la Casa dello studente conta migliaia di presenze all'anno ed è sempre aperta. Mostre, incontri, la sede dell'Università della Terza età, il Centro culturale, i corsi di lingue straniere, la musica, le mostre d'arte, la biblioteca, i laboratori per i bambini e ovviamente la mensa dove si mangia bene e si paga il giusto. Da ottobre mons. Padovese aveva lasciato il timone a mons. Orioldo Marson, ma restava legato alla sua creatura con la presidenza di Presenza e Cultura. Adesso guarda tutti dall'alto.
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Il Gazzettino