«Ha fatto esplodere l'appartamento per vendicarsi del padrone che l'aveva sfrattata»

L'incendio a Monselice nel giugno 2019
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MONSELICE  - Era rimasta imprigionata all'interno del suo appartamento trasformato in una prigione di fuoco. Soltanto il tempestivo intervento di due carabinieri, che l'avevano trasportata a braccia giù dal terrazzino, le aveva salvato la vita. Carmela Zerbetto, 70 anni, se l'era cavata dopo un lungo ricovero al Centro grandi ustionati di Verona. Ma i guai per la pensionata non sono terminati. La Procura della Repubblica la accusa di aver provocato volontariamente la terribile esplosione che ha danneggiato la palazzina di via Coronin distruggendo il suo appartamento e quello al piano superiore. Dalle indagini di carabinieri e vigili del fuoco è emerso che la donna avrebbe tranciato intenzionalmente il tubo di adduzione del gas metano ai fuochi della cucina provocando un botto spaventoso. Un piano diabolico per vendicarsi del padrone di casa che le aveva appena intimato lo sfratto. Di lì a venti giorni - esattamente il 26 giugno dell'anno passato - avrebbe dovuto fare le valigie e lasciare libero l'alloggio. La pensionata era andata su tutte le furie. Al punto da organizzare la fuga di gas e l'inevitabile esplosione.

L'ACCUSA Crollo di costruzioni. Questa l'accusa formulata dal pubblico ministero Maria D'Arpa nella richiesta di rinvio a giudizio. Carmela Zerbetto rischia una condanna da uno a cinque anni di reclusione. Il 25 maggio prossimo dovrà presentarsi davanti al giudice dell'udienza preliminare Domenica Gambardella. Ad assisterla sarà l'avvocato Alberto Giuliani. Si costituirà parte civile nel procedimento il padrone di casa, un 38enne carabiniere di Monselice, che reclama il risarcimento del danno. Lo difenderà il legale Federico Alati.

L'INCENDIO Era divampato alle 3.30 della notte. La violentissima esplosione nella palazzina di via Coronin aveva fatto sobbalzare sul letto molti residenti del quartiere. Nel giro di qualche minuto l'appartamento occupato da Carmela Zerbetto si era trasformato in un inferno: le fiamme avevano avvolto mobili, tende, tappeti. Il calore era talmente intenso da far esplodere i vetri delle finestre. Dagli infissi ormai divelti erano uscite colonne di fumo mentre la donna gridava aiuto: le fiamme le impedivano di raggiungere la scala, confinandola nell'ultima stanza dopo il terrazzo. Dell'incendio si erano accorti i vicini che, impauriti, avevano lanciato l'allarme al 112. I carabinieri erano arrivati sul posto nel giro di pochi minuti: la donna era bloccata in casa. I vigili del fuoco stavano arrivando insieme all'ambulanza del Suem ma i militari sapevano che non c'è tempo da perdere, bisognava intervenire subito. Nel cortile di una casa vicina c'era una scala a pioli che i due carabinieri avevano usato per raggiungere il terrazzo e recuperare Carmela Zerbetto. Uno di loro se l'era caricata in spalla, l'altro l'aveva aiutato a scendere. La 70enne respirava affannosamente. Era intossicata dal fumo acre e ustionata su buona parte del corpo. Dopo una notte all'ospedale di Schiavonia, era stata trasferita in elicottero all'ospedale veronese di Borgo Trento. 

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Il Gazzettino