Monorotaia dall'aeroporto alla stazione dei treni: «Libererà la città dalle auto»

La monorotaia che dovrebbe collegare Quinto a Villorba passando per l'aeroporto e la stazione ferroviaria di Treviso
TREVISO - Una fermata unica per il centro, all’altezza della stazione ferroviaria, più altre dislocata in punti strategici dei quartieri lungo l’asse Quinto a...

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TREVISO - Una fermata unica per il centro, all’altezza della stazione ferroviaria, più altre dislocata in punti strategici dei quartieri lungo l’asse Quinto a Spresiano, con Treviso e Villorba del mezzo. E sotto ogni piccola “stazione” di sosta, un parcheggio dove fare il cambio auto-rotaia. Fernando De Simone, professione architetto, è il rappresentante in Italia e coprogettista della Intamin Trasportation, società svizzero-tedesca, leader nella realizzazione di mezzi per il trasporto urbano. La Itamin ha proposto a Ca’ Sugana il progetto della People Mover, la monorotaia pensata per collegare la stazione dei treni all’aeroporto Canova. Tracciato che il sindaco Mario Conte vuole prolungare per creare una sorta di metropolitana di superficie, aumentando dunque il collegamento tra la periferia e il centro e togliendo di conseguenza traffico dalle strade. L’idea è stata bene accolta dai sindaci dei diversi comuni interessati e verrà discussa nei prossimi incontri della “Grande Treviso”.

De Simone, l’idea del sindaco di Treviso di una monorotaia che vada da Quinto a Spresiano, con fermate nei quartieri trevigiani per aumentare i collegamenti, è attuabile?

«Certamente. Il sindaco dimostra di saper guardare lontano. Il progetto per collegare la stazione all’aeroporto Canova lo abbiamo già proposto. Siamo anche andati con la responsabile della mobilità del Comune a vedere la monorotaia di Bologna, già in funzione da qualche anno. Quella di Treviso sarebbe molto simile. Prolungare il tracciato, oltre a essere fattibilissimo, sarebbe anche utile».

L’impatto ambientale di questa opera però preoccupa.

«Le capsule del nostro treno sono grandi la metà di un vagone ferroviario e corrono a 6-7 metri d’altezza, su una monotorotaia sorretta da pilastri di un metro di diametro. Parliamo di un mezzo totalmente elettrico, a impatto zero, che si svilupperebbe parallelamente alla linea ferroviaria. Inoltre è possibile creare una barriera verde piantando alberi che nascondano le strutture».

L’obiettivo è avere fermate cittadine per collegare i quartieri alla città.

«Sì. Andremmo a togliere traffico dalle strade. Adesso per farlo si punta a aumentare il numero di autobus, ma che vanno a infilarsi in una viabilità già intasata. Noi invece pensiamo a vetture che viaggiano a 80 chilometri orari in sopraelevata e possono trasportare 5-600 persone l’ora. Ci sarebbero fermate intermedie e una sola in città, all’altezza della stazione ferroviaria. Parliamo poi di un sistema interamente computerizzato, in grado di calcolare le persone in attesa e immettere il numero adeguato di navette sulla linea momento per momento».

La convenienza quale sarebbe?

«Arrivare in centro senza auto, velocemente e comodamente. Il progetto prevede dei piccoli parcheggi all’altezza di ogni fermata. Si lascia l’auto, si monta nel mini-vagone, e si arriva a destinazione riducendo il traffico diretto in città».

I costi però sono importanti: dai 40 ai 50 milioni di euro solo per il tratto stazione-Aeroporto.

«Il costo della monorotaia è di 15-18 milioni al chilometro. Verrebbe finanziato almeno al 30% dai fondi europei; un altro 30% sarebbe coperto dai biglietti e il resto dalla formula del project financing. Però è necessario fare in fretta e presentare il progetto alla Ue entro un anno al massimo. Altrimenti si rischia che i fondi stanziati vengano dirottati su altri paesi più pronti. Purtroppo è già accaduto».

 

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Il Gazzettino