Ghedina: «Che brivido scendere con le telecamere prima della gara»

Kristian Ghedina
Oggi doppio lavoro per me. Dovrò scendere in pista, come faccio di solito, prima delle gare veloci degli uomini, per la ripresa soggettiva del percorso, che viene mandata...

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Oggi doppio lavoro per me. Dovrò scendere in pista, come faccio di solito, prima delle gare veloci degli uomini, per la ripresa soggettiva del percorso, che viene mandata in onda quando comincia la diretta televisiva. Ieri, per la discesa libera che ha visto trionfare Kriechmayr, avevo due telecamere: la Go Pro sul casco e una più grande, che reggevo con la mano destra, così avevo solamente il bastoncino nella mano sinistra. Eppure ho fatto segnare 1’58” che è un buon tempo, così conciato, a una ventina di secondi dal vincitore. Quando guardo quelle immagini, che ho fatto, mi sembra davvero di essere un atleta in gara; invece quanto vedo le riprese fatte dalle telecamere fisse, di me in pista, mi rendo conto della differenza. Sembro inchiodato. Però è proprio bello, anche per lo spettatore a casa: così riesce a vedere la linea della discesa, le traiettorie. Appena arrivo al traguardo consegno il materiale ai tecnici Rai, che recuperano il file, lo trasmettono alla regia, e un minuto dopo è già in tutto il mondo. Ieri ho fatto anche la spaccata, allargando le gambe in volo, sul salto finale di Rumerlo, dove arrivi con una buona velocità, sui 100 all’ora: me lo avevano chiesto, ormai è il mio marchio di fabbrica. Oggi dovrò scendere prima della gara di supergigante, per la combinata alpina maschile, e anche prima della stessa gara femminile. Di solito per le donne lo fa Johanna Schnarf, l’atleta della nazionale italiana che ha smesso l’anno scorso di gareggiare, quando le è nata la bambina. Sta al traguardo con il marito e la piccola; va in partenza, scende con la telecamera e torna dalla bimba. Oggi non c’è e così devo fare io tutte e due le riprese. Per la gara maschile farò la ricognizione del tracciato, sulla pista Vertigine, prima di scendere. Temo invece che non ce la farò, con i tempi, per quella femminile, ma in fondo l’Olympia la conosco bene, posso scendere lo stesso.

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Il Gazzettino