Racconto choc di una 25enne: «Io, palpeggiata di sera per strada, adesso ho paura a uscire di casa»

Racconto choc di una 25enne: «Io, palpeggiata di sera per strada, adesso ho paura a uscire di casa»
padova - «Sono stata palpeggiata, in strada da un ragazzino attorniato dai suoi amici, alle 9 di sera. E questa cosa mi ha profondamente colpito. Ora ammetto che non esco...

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padova - «Sono stata palpeggiata, in strada da un ragazzino attorniato dai suoi amici, alle 9 di sera. E questa cosa mi ha profondamente colpito. Ora ammetto che non esco più sola a cuor leggero». A parlare è una 25enne residente all’Arcella, che venerdì sera è stata vittima dell’episodio di violenza sessuale in via Curzola, dov’è stata accerchiata da una baby banda di adolescenti, tra i 13 e i 14 anni. E in quel momento il “boss” ne ha approfittato per palparle il sedere. Del caso se ne stanno occupando i carabinieri. 

«Posso capire che ci sono cose peggiori e che qualcuno potrà dire che è stata “solo” una palpata al sedere, ma io sono rimasta profondamente colpita da quanto mi è successo. Mi viene da pensare: se dei ragazzini sono arrivati a tanto alle 9 di sera, che altre cose ben peggiori possono capitare?». 
La ragazza racconta: «Ero uscita da poco di casa, stavo andando verso piazzetta Buonarroti e in quel momento mi trovavo a camminare in via Curzola, quando questa banda di tre ragazzini mi accerchia con le loro biciclette. Io ero vestita normale, come tutte le ragazze che escono il venerdì sera d’estate, con una gonna leggera per via del caldo. Niente di scandaloso. Pensavo volessero derubarmi della borsetta».
Ed è in quel momento che il piccolo teppista entra in azione: «Il più grandicello del gruppo, che non aveva comunque più di 14 anni, sicuramente di origine nordafricana, mi si è parato davanti e con una mano ha iniziato a palparmi violentemente il sedere. Uno può pensare che sia una bravata da ragazzini. Ma vi dico che non è così. Per questo mi sento così sconcertata». 

«A quel punto ho iniziato a urlare e loro sono scappati. Il ragazzino che mi ha toccato ha iniziato a pedalare più veloce di tutti e io continuavo a gridare in mezzo alla strada che tornasse indietro se ne aveva il coraggio. Poi sono tornata a casa e ho raccontato tutto a mia madre che ha chiamato il 112. I carabinieri mi hanno detto di ripassare questa mattina (ieri, ndr) e così ho fatto. Ho lasciato una segnalazione e se mi ricapiterà di incrociare nuovamente i ragazzini - ho una memoria fotografica, li riconoscerò sicuramente - chiamerò subito i carabinieri che a quel punto potranno intervenire. Spero che nessuno si debba più sentire come mi sono sentita io. Certe cose non devono succedere». 
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Il Gazzettino