TREVISO - Per i baristi e i commercianti del centro era diventato un vero e proprio incubo. Piccoli furti, molestie ed atti osceni davanti ai clienti, danneggiamenti e più...
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IL DOSSIER
I baristi del centro, esasperati, avevano iniziato addirittura a stilare un piccolo archivio delle malefatte del 33enne. Dall'Isola del Gusto in Pescheria ai bar di piazzale Burchiellati, da Sant'Agostino a via Roma, il trentenne magrebino ha colpito un po' ovunque. Cosa faceva? Per farla breve entrava nel bar di turno, rubacchiava quel che trovava, inveiva contro baristi e clienti e, se qualcuno lo ostacolava, lo insultava e lo aggrediva. Che si trovasse davanti un omone o una ragazzina. E spesso si toglieva pure la soddisfazione di provocare qualche danno gratuito, prendendo a calci tavolini o sputacchiando sulle vetrinette dei cibi in esposizione. In un paio di casi il magrebino aveva decisamente superato il limite: in un bar di Borgo Mazzini aveva preso a calci una signora che si era rifiutata di offrirgli una sigaretta. In un negozio poco distante, invece, era arrivato a palpeggiare due ragazze per poi lasciarsi andare a veri e propri atti osceni nei confronti di minorenni. Senza contare i coltelli che in quasi gli sono stati trovati di volta in volta in tasca. «Negli interventi - sottolineano dalla questura - si è sempre posto in atteggiamento di sfida nei confronti delle forze di polizia ritenendo che nessuno poteva fargli nulla in quanto titolare di una carta di soggiorno».
L'ALLONTANAMENTO
In effetti era proprio così. Il 33enne era in possesso di una carta di soggiorno a tempo indeterminato dal lontano 2002. Non era legata a un impiego fisso, che non aveva ormai da tempo. Oltre al lavoro il molestatore era senza un domicilio fisso, tant'è che la questura, sulla scorta delle denunce ricevute, lo scorso 26 maggio ha potuto emettere nei suoi confronti un foglio di via obbligatorio dalla città. L'uomo ovviamente se n'è infischiato considerandolo carta straccia, e l'ha violato senza tante remore. Non aveva calcolato che la questura di Treviso avrebbe chiesto a quella di Udine, che all'epoca aveva emesso la carta di soggiorno a tempo indeterminato, di revocare il titolo di soggiorno. La revoca è stata notificata al 33enne a inizio mese, per la precisione il 7 giugno. L'uomo avrebbe dovuto prendere armi e bagagli e tornare volontariamente in Marocco o comunque allontanarsi dall'Italia. Così non ha fatto e di conseguenza venerdì pomeriggio, dopo averlo rintracciato, gli agenti lo hanno accompagnato direttamente al centro di espulsione di Torino. «L'impegno degli agenti dell'ufficio immigrazione, per la revoca del permesso di soggiorno e dei colleghi delle volanti, che hanno sempre compiuto numerosi approfondimenti sui singoli interventi - sottolinea la polizia - ha permesso di allontanare colui che in breve tempo era diventato l'incubo dei commercianti del centro di Treviso». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino