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CEGGIA - Il volto insanguinato e tumefatto, il naso rotto per le botte. Una donna di 44 anni, di origine moldava, ma da anni residente nel Sandonatese, è stata picchiata brutalmente, la serata di venerdì, nella casa che divideva con una famiglia di amici e connazionali. Uno di questi, un 35enne, trasferito in Italia da poco, è ora accusato di tentato omicidio. Arrestato nella notte tra venerdì e sabato, ieri è comparso davanti al giudice per l’udienza preliminare di Venezia, Luca Marini, che ha convalidato il fermo e disposto la custodia in carcere, come richiesto dal sostituto procuratore, Fabrizio Celenza. Una vicenda dalla dinamica ancora confusa, anche perché la donna che è ricoverata e sedata, per le percosse subite, non ha ancora potuto fornire la sua versione dei fatti. Ieri anche l’uomo, difeso dall’avvocato Mattia Donà, si è avvalso della facoltà di non rispondere. «Il mio assistito è confuso, ma ha una sua versione - precisa l’avvocato - Ha preferito non parlare, visto che non sa bene l’italiano e non abbiamo potuto avere un colloquio completo». A fronte di una prognosi di “soli” 40 giorni, la difesa cercherà di smontare la contestazione di tentato omicidio.
L’ALLARME
Di certo il pestaggio c’è stato, è stato violento. E ha scosso una famiglia normale, di lavoratori ben inseriti nella comunità località. Il 35enne, in particolare, era l’ultimo arrivato, ospite dei familiari, aveva trovato impiego in una fabbrica della zona. A dare l’allarme venerdì, attorno alla mezzanotte, era stata una delle figlie adolescenti di questa famiglia estesa. Rientrando a casa, aveva sentito dei lamenti provenire dalla stanza della donna. Era entrata e l’aveva trovato con il volto insanguinato. A quel punto erano accorsi altri familiari e la vittima aveva indicato come responsabile il 35enne, che in quel momento dormiva nella sua stanza. Trasferita la donna in ospedale, le indagini sono state affidate ai carabinieri che hanno arrestato l’uomo. Contro di lui le macchie di sangue che gli hanno trovato addosso e le sue nocche ferite, come di chi ha appena sferrato dei pugni a qualcuno. I carabinieri hanno trovato anche una maglia insanguinata nel bidone della spazzatura. E una serie di tracce di sangue che portavano dalla stanza della donna all’auto parcheggiata fuori. L’uomo le avrebbe spiegate con un suo tentativo di accompagnare in ospedale la ferita, che poi avrebbe preferito rientrare in casa.
PUNTI DA CHIARIRE
Uno dei tanti punti da chiarire, come l’eventuale ruolo giocato dall’alcool nell’aggressione.
Il Gazzettino