Come Maso: genitori massacrati con un'ascia, fermati il figlio e un amico

Come Maso: genitori massacrati con un'ascia, fermati il figlio e un amico
Svolta nelle indagini sul duplice omicidio di Pontelangorino (Ferrara): fermati il figlio sedicenne e un suo amico per l'omicidio del padre e della madre, Salvatore Vincelli,...

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Svolta nelle indagini sul duplice omicidio di Pontelangorino (Ferrara): fermati il figlio sedicenne e un suo amico per l'omicidio del padre e della madre, Salvatore Vincelli, 59 anni, e Nunzia Di Gianni, 45 anni, massacrati nella loro villetta a colpi in testa e poi avvolti in sacchi di plastica. Un omicidio che ha moltissime similitudini con quello che fece Pietro Maso a Montecchia di Crosara. 


Il provvedimento è scattato dopo gli interrogatori durati tutta la notte in caserma dei carabinieri a Comacchio alla presenza del pm Tittaferrante della procura di Ferrara e della collega Marzocchi della procura minorile.

Le misure nei confronti dei due adolescenti sono scattate dopo che erano emerse contraddizioni e incongruenze nei loro racconti. Era stato lo stesso figlio a dare l'allarme, prima a una zia e poi ai carabinieri, in lacrime: diceva di aver trovato lui i corpi dei genitori. Dopo una serie di perquisizioni e di ricerca di riscontri all'ipotesi, emersa fin dai primi atti di indagine, che fosse stato lui l'autore, magari insieme a un complice, i due fermi. L'altro giovane sarebbe l'amico da cui aveva dormito la notte precedente. Il cadavere della madre era stato trovato vicino al letto, quello del padre in un garage, dove era stato trascinato dall'abitazione. 


Sono stati gli interrogatori del figlio sedicenne e dell'amico a portare i carabinieri al luogo dove recuperare l'ascia con cui sono stati massacrati i coniugi e i vestiti sporchi di sangue dei due adolescenti. Erano in un corso d'acqua a Caprile, frazione adiacente a Pontelangorino, luogo del delitto, dove fino a qualche mese fa la famiglia Vincelli abitava e dove vive il presunto complice, che compirà 18 anni a novembre. Il movente non sarebbe economico, ma dettato dai forti contrasti tra il minorenne e i genitori. L'amico lo avrebbe aiutato per 'vicinanzà. La plastica sarebbe stata usata per non lasciare tracce di sangue durante lo spostamento dei corpi, probabilmente per confondere le acque e inscenare una rapina. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino