Allarme granchio blu, nel Dese il primo esemplare trevigiano

Allarme granchio blu, nel Dese il primo esemplare trevigiano
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MOGLIANO - Lo ha individuato una guardia ittica provinciale a inizio settimana. Lo ha visto a pelo d’acqua, un po’ in difficoltà ma comunque vivo e vegeto: il primo granchio blu arrivato in provincia di Treviso. L’avvistamento è avvenuto lungo il corso d’acqua Dese, proprio dietro la sede delle Generali, al confine col veneziano. È la prova che questi granchi, dopo aver colonizzato a centinaia di migliaia il litorale, adesso si muovono risalendo i fiumi, seguendo il cuneo salino che in tanti casi dal mare si infila lungo i canali fino ad arrivare nelle campagne dell’interno. Il Dese sfocia direttamente in laguna e da lì, quando la salinità dell’acqua si alza i granchi, diventanti volenti o nolenti le star di questa estate, partono alla ricerca di nuovi ambienti. 


 

L’INVASIONE
Negli ultimi giorni i granchi blu sono stati avvistati nel padovano e nel veneziano, sempre lungo corsi d’acqua collegati in qualche modo al mare. Ed era atteso il suo arrivo anche nella Marca. Nelle campagne però la pericolosità di questo predatore inarrestabile, che lungo la costa sta facendo strage di cozze, vongole e ogni altra preda su cui riesce a posare le proprie affilatissime chele, diminuisce di molto. Diventa praticamente innocuo anche perché, quando la salinità dell’acqua si abbassa e resta imprigionato sulle rive, le sue possibilità di sopravvivenza si riducono: infatti pare non gradire molto l’acqua dolce che, alla lunga, lo porta alla morte. 
 

L’ESPERTO


«Nel trevigiano non si hanno ancora tante notizie di avvistamenti - spiega il Francesco Mezzavilla, naturalista che da anni monitora lo stato di salute dell’ambiente trevigiano - ma è probabile che possa risalire anche il Piave seguendo il cuneo salino. L’avvistamento nel moglianese non è una sorpresa». Ne potrebbero arrivare altri ma, almeno per il momento, gli esperti non temono per la salute delle specie acquatiche autoctone: vista la dipendenza dall’acqua salata, il granchio non potrà penetrare troppo in profondità nella campagna trevigiana e, soprattutto, non potrà insediarsi così a lungo da provocare danni permanenti. Ma il suo arrivo è un primo segnale che non viene sottovalutato. Intanto il granchio è sempre più presente nelle cucine dei trevigiani. In mancanza di predatori diretti, come ha già detto in più occasioni il governatore Luca Zaia, deve essere l’azione dell’uomo a fare da regolatrice limitando la popolazione di una specie che ha una capacità riproduttiva altissima. E quindi la pesca del granchio, che ancora non può compensare le perdite inflitte alle coltivazioni di vongole, è la soluzione più praticata. I granchi blu iniziano quindi a “invadere” (anche in questo caso) le pescherie dei supermercati e ad entrare nei listini di ristoranti e locali che lo propongono anche come “cicchetto” per accompagnare i crostini dello spritz. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino