PORDENONE - «Ho vissuto tre anni di inferno. Un incubo quotidiano fatto di rimproveri anche davanti ai pazienti, cambi di turno frequenti e improvvisi, accuse di incapacità...
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A parlare è un medico specialista di 58 anni, costretta suo malgrado a licenziarsi dall’ospedale dove lavorava, nel pordenonese, stanca delle continue vessazioni del "suo" primario. La professionista non ha però fatto finta di niente; si è rivolta all’avvocato Orsola Costanza e alla fine ha vinto: tre gradi di giudizio che significano per l’ospedale la la condanna a pagarle un risarcimento per danni patrimoniali e non di 130.000 euro (60 mila dei quali a titolo di danno da perdita della clientela conseguente all’abbandono dell’attività libero professionale esercitata prima del trasferimento). «Alla luce delle evidenziate circostanze - si legge nella sentenza di primo grado del giudice di Pordenone, confermata in Appello -, accerta e dichiara la sussistenza di un comportamento mobbizzante adottato per ventiquattro mesi».
Il Gazzettino