La lettera dell'ex sindaco Mirco Mestre dal carcere: "Sono innocente"

L'ex sindaco di Eraclea Mirco Mestre, in carcere da mesi per l'accusa di voto di scambio con i casalesi di Luciano Donadio
ERACLEA - Uno scambio di lettere tra Eraclea e il carcere di Venezia, dove è stato trasferito di recente. E una convinzione, che a quasi tre mesi di distanza dal terremoto...

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ERACLEA - Uno scambio di lettere tra Eraclea e il carcere di Venezia, dove è stato trasferito di recente. E una convinzione, che a quasi tre mesi di distanza dal terremoto giudiziario che ha travolto la città, rimane granitica tra i fedelissimi di Mirco Mestre, avvocato 44enne, che continuano a gridare la sua innocenza.

 
 E in molti sono pronti a esporsi sull’onestà dell’ex primo cittadino arrestato lo scorso 19 febbraio, durante l’operazione “At Last” che ha portato in carcere 50 persone perché - secondo l’accusa - affiliate in vari modi al sistema mafioso coordinato da Luciano Donadio. Un concetto ribadito con la raccolta di quasi 600 firme in suo sostegno e soprattutto messo per iscritto dai componenti della sua lista, “Eraclea Si Cambia”, con una missiva recapitata in cella.
SCAMBIO EPISTOLARE
«Mirco Mestre ci ha spedito una lettera – spiega Graziano Teso, l’ex vicesindaco, indagato a piede libero – e noi abbiamo inviato una nostra risposta. Si tratta di comunicazioni legittime e al tempo stesso private».
Facile, in ogni caso, immaginare i contenuti. Ovviamente legati a quanto accaduto. «Mirco ha ribadito la sua estraneità ai fatti e ci ha manifestato la sua amarezza per quanto successo - aggiunge Teso – noi abbiamo confermato la nostra totale fiducia nei suoi confronti, aggiungendo che non vediamo l’ora di poterlo riabbracciare. Sono convinzioni che ribadiamo ancora una volta pubblicamente. Secondo noi c’è stato una forma di accanimento, anche da parte di certe associazioni e gruppi politici. L’importante però è che adesso Mirco ritorni dalla sua famiglia e che una parte di questa storia giunga al termine. Solo in questo modo Eraclea smetterà di pagare un conto fin troppo salato, soprattutto a livello di immagine».
FEDELISSIMI CONVINTI
A sottolineare l’unità dell’ex maggioranza è anche Luca Zerbini, ex capogruppo in Consiglio comunale: «La lista continua a esistere – spiega – ovviamente non ci occupiamo più della parte amministrativa, ma la politica rimane un nostro impegno. Volutamente in queste settimane non abbiamo fatto incontri, ma l’attenzione ai problemi di Eraclea continua a essere alta. E il primo pensiero è rivolto a Mirco che attendiamo a casa». Schierati sempre dalla parte dell’ex sindaco, anche gli amici più stretti, quelli che dallo scorso marzo hanno avviato la petizione “Io Sto con Mirco Mestre”, per ribadire la sua innocenza e chiederne la scarcerazione. Quasi 600 le firme raccolte. «La nostra posizione non è minimamente cambiata – riferiscono gli amici – siamo convinti dell’innocenza di Mirco, continuiamo ad aspettarlo a casa e in quel momento gli consegneremo le firme raccolte». Non senza una certa polemica. «In questa vicenda è come se avessero sparato a un passero con un cannone - concludono gli amici - e proviamo un forte senso di amarezza: con il Consiglio comunale ancora in carica, abbiamo assistito alla marcia, nel centro di Eraclea, di alcuni associazioni e forze politiche. Perché queste associazioni non si fanno più sentire?».
QUERELLE POLITICA

E su questo fronte non manca la riposta a muso duro dell’ex sindaco Giorgio Talon, che nei giorni scorsi ha moderato a Ca’ Manetti l’incontro “Uniti contro le mafie, Eraclea c’è”, con gli autori di libri sulla mafia. «Da parte nostra non c’è mai stata alcuna strumentalizzazione – ribatte – non abbiamo mai attaccato nessuno a livello personale, semplicemente abbiamo constatato che purtroppo le mafie esistono. Lo conferma quanto accaduto nel nostro Comune e in altre parti d’Italia. Quando ero sindaco, con gli strumenti che avevo a disposizione, ho cercato di combattere questa situazione». Pesando a fondo il senso delle proprie parole, Talon aggiunge: «Nutro una forte preoccupazione per la nostra città che sta registrando una grave danno d’immagine – aggiunge l’ex sindaco – ma la colpa non è dei magistrati. A livello umano dispiace per quanto successo a Mestre, ci auguriamo anche noi che possa rientrare presto a casa. Forse bisognerà attendere che la commissione d’inchiesta nominata dal Prefetto concluda il proprio lavoro. E comunque va precisato che l’indagine di questa commissione è un obbligo di legge, il suo arrivo in Municipio non è frutto di un invito dell’ex vicesindaco Teso».  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino