MIRANO - Una messa al centro della grande piazza di Mirano per ritrovare quel senso di comunità messo a dura prova durante i mesi del confinamento in casa, ma soprattutto...
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L’IDEA DEL PARROCO
All’idea del parroco del duomo di San Michele Arcangelo, don Artemio Favaro, si è subito unita la sindaca Maria Rosa Pavanello con il Comune e la stazione dei carabinieri di Mirano: così domenica, giornata del Corpus Domini, a Mirano sarà celebrata una particolare funzione per tutti, che sa di rinascita, ancor più dopo che nei giorni scorsi la città è ufficialmente diventata “Covid-free”, ritrovando il numero zero alla casella contagi. All’appuntamento, in programma alle 10.30 al centro dell’ovale di piazza Martiri, parteciperanno anche molte associazioni del territorio e la banda cittadina. L’idea è quella di ritrovarsi dopo le divisioni del lockdown nel luogo simbolo dell’aggregazione e della socialità, la piazza del paese, celebrando a cielo aperto un rito che non sarà solo per i fedeli. Ed è lo stesso don Artemio a spiegare infatti che l’appuntamento sarà religioso e laico insieme: «L’idea è proprio quella di ritrovare la sinergia e il legame profondo tra le due sfere della comunità, al di là delle appartenenze e del credo religioso. Una proposta nata per celebrare una messa in memoria di quei defunti che, in questi mesi, non l’hanno avuta: sarà un momento per sentirci tutti particolarmente vicini, praticanti o meno, credenti e non credenti».
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Per questo la proposta è stata subito raccolta dalle autorità civili e militari, generando un evento che porterà con sé vari significati. La celebrazione sarà aperta a tutta la cittadinanza, agli amministratori, alle categorie economiche che in questi mesi hanno chiuso e sofferto, ai rappresentanti delle forze dell’ordine e del volontariato, ai cittadini di tutte le confessioni. In ricordo dei defunti mancati dalla fine di febbraio all’inizio di maggio, quando i decreti ministeriali hanno vietato la celebrazione dei funerali, verrà suonato il silenzio. «È un’idea - spiega la sindaca Pavanello - di cui avevamo cominciato a sentire il bisogno e a discutere già durante la quarantena. È un modo per riunire, simbolicamente e non solo, la città dopo l’emergenza. Un modo per ricordare ciò che è successo, per dedicare un pensiero a quanti non ci sono più e fare sentire la nostra vicinanza, quella di tutti i miranesi, alle loro famiglie».
La celebrazione risentirà ancora, sotto il profilo organizzativo, degli strascichi dell’emergenza e del dolore che ha lasciato dietro di sé, e non solo per i quattro morti di Covid che Mirano si è trovata a piangere in questi mesi. Sedie, gazebo e tutti i presidi di sicurezza richiesti dal particolare momento storico saranno garantiti senza lasciare nulla al caso, compreso l’utilizzo di mascherine, gel igienizzante e garantendo il distanziamento tra le persone. L’abbraccio tuttavia, soprattutto a chi non c’è più, sarà più forte che mai. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino