Al bar "2 di picche" sei controlli in venti giorni, Annamaria e Tania «Lasciateci lavorare»

Le titolari del nuovo bar di Mirano
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MIRANO Sei controlli in neanche 20 giorni di attività, il grido di allarme di due giovani titolari di un bar a Mirano è un monito per istituzioni, clienti, residenti: «Già è difficile, lasciateci lavorare», chiedono Annamaria Canto e Tania Bonfiglioli. Le due amiche gestiscono il 2 di picche in via Cavin di Sala, già Bar Collando, a due passi dalla movida di Mirano o di quel che ne resta. Perché adesso, com'è noto, cicchetterie come la loro possono lavorare solo per asporto e non oltre le 18. Annamaria e Tania, entrambe di Spinea, hanno aperto da poco il locale, inaugurato solo il 7 gennaio, mettendo in campo passione e soprattutto, visti i tempi, tanto coraggio.

«Abbiamo 34 e 41 anni - spiegano - abbiamo figli e abbiamo pensato di aprire il bar meno di un mese fa, sperando, forse illudendoci, che prima o poi questa pandemia sarebbe passata». Per ora non è così, i decreti affossano proprio le attività come la loro, ma soprattutto quello che Anna e Tania non pensavano, era di avere così tanti controlli. «Siamo esauste - raccontano - abbiamo aperto dopo l'Epifania in zona gialla ed è andato tutto bene. Dal 9 gennaio siamo entrati in arancione e i bar hanno dovuto chiudere: il primo controllo è arrivato il 13, hanno voluto verificare la registrazione, poi di nuovo il 17 e siamo state avvertite di rispettare il Dpcm vigente e lo stesso è avvenuto il 19 gennaio. Il 21 ancora un controllo, con le forze dell'ordine che hanno sempre dovuto constatare che non c'erano sanzioni».

Ieri doppio controllo, nella stessa mattina. Da parte di carabinieri e polizia locale, in realtà, nessun accanimento: i controlli di iniziativa coinvolgono bene o male tutti i locali della città, ma a portare più frequentemente le forze dell'ordine al 2 di picche sembrano essere state alcune segnalazioni di cittadini, forse residenti non così in sintonia con la precedente gestione, che avrebbero lamentato qualche avventore di troppo fermo davanti al locale. A quel punto militari e agenti non possono non intervenire, anche se finora la mano è stata leggera e non è stata fatta alcuna contestazione. «Noi facciamo il possibile», giurano le titolari, che non negano un po' di sconforto. Anche i caffè sono fatti per asporto e ai clienti dicono di non fermarsi, nemmeno fuori dal locale. «Abbiamo avuto qualche richiamo - confermano - ma in un caso, per dire, era un anziano che faticava a camminare e si era fermato qui davanti a consumare. Nessuna sanzione elevata finora. Se qualche problema c'è stato in passato, noi non lo sappiamo. Stiamo facendo il nostro lavoro tra mille difficoltà: abbiamo appena aperto, rinnovato il locale e sistemato tutto come richiesto: chiediamo solo un po' di fiducia e di poter lavorare serenamente per i clienti, per noi stesse e per le nostre famiglie». 

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Il Gazzettino