L'impresa del cicloturista mirese Massimiliano Locanto: 2.700 chilometri in bici con 19mila metri di dislivello nelle Filippine

L'impresa del cicloturista mirese Massimiliano Locanto: 2.700 chilometri in bici con 19mila metri di dislivello nelle Filippine
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MIRA - Tour in bicicletta nelle Filippine per oltre un mese. "Un viaggio meraviglioso nel "paese del sorriso" arricchito da 3 giorni di volontariato in un orfanotrofio femminile a Calabnugan". Il mirese Massimiliano Locanto dipendente Versalis e appassionato di turismo sulle due ruote è tornato dal suo ultimo viaggio nelle Filippine, un tour con la bici di 2.700 km con 19.000 metri di dislivello ed un carico di 14 kg. "Per metà del viaggio sono stato accompagnatto da un amico, Paolo Alba di Vicenza mentre i restanti venti giorni li ho fatti in solitaria racconta Locanto. Ho visto panorami meravigliosi, soprattutto nell'isola di Bohol, a Cebu e nel Negros Orientale ma tutte le Filippine a mio avviso meritano di essere visitate".

L'impresa

Ed è proprio nell'isola del Negros Orientale a Calabnugan vicino a Dumaguete che Locanto ha fatto una delle esperienze più forti: "L'esperienza nell'orfanotrofio femminile Isla Ng Bata, che nella lingua Tagalog significa isola dei bambini, è stata unica, stupenda, nonostante io abbia 25 anni di esperienza di viaggi di questo tipo ammette Locanto. - Questi bambini, inizialmente diffidenti, si sono aperti e si giocava e si mangiava insieme. I loro sorrisi erano veramente contagiosi e terminato il mio soggiorno mi hanno scritto un cartellone ringraziandomi e chiamandomi "kuya" che nella lingua locale significa zio. Star con loro ti fa capire che il segreto della felicita è semplice: sorridere, abbracciare e ascoltare. Per farli giocare bastava una corda per saltare, uno scatolone come tamburo, dei fogli di carta e un pennarello".

Locanto racconta anche di un viaggio impegnativo, tra pioggia-umidità all'80% e tanto caldo, passando dallo smog di Manila alle distese di campi. "Mi sono sempre appoggiato all'ambasciata italiana a Manila e tramite il console Antonio Gallo racconta - ho incontrato l'ambasciatore italiano a Manila Clemente Marco, che mi ha anche suggerito modifiche al tragitto per evitare eventuali pericoli».

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Il Gazzettino