Minori adescati in rete con la chat dei giochi: «Fenomeno in crescita, chiedete subito aiuto»

Minori in rete (foto di archivio)
BELLUNO - Gli adescamenti in rete: un sommerso da cui Belluno non si chiama fuori. Il fenomeno è controllato, non eclatante numericamente, ma esistente. «I numeri...

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BELLUNO - Gli adescamenti in rete: un sommerso da cui Belluno non si chiama fuori. Il fenomeno è controllato, non eclatante numericamente, ma esistente. «I numeri sono bassi, ma in linea. Sono proporzionati, insomma, alla demografia della provincia, analoghi ad altre realtà più popolose», va giù chiaro il questore Giuseppe Maggese. A mettere sul piatto la preoccupazione è stato, ieri, anche il prefetto Mariano Savastano: «Un fenomeno che va contrastato, di cui dobbiamo occuparci». A margine della presentazione della campagna itinerante "Una vita da social" la questione adescamenti in rete è venuta a galla, grazie alla presenza di Gianluca Brancaleone, responsabile della sezione di Belluno della Polizia Postale, e di Stefania Pagnozzi a capo del Centro operativo per la sicurezza cibernetica (Cosp).

I DATI
Ad essere contattati, e coinvolti, sono sia ragazze che ragazzi, per lo più sui 13-14 anni. «Vi sono adulti che adescano, con secondi fini. Si spacciano per coetanei e, questo va sottolineato, per farlo utilizzano anche le chat dei giochi». Difficile quantificare numericamente cosa accade a Belluno: «Dati sfuggenti che vogliamo, per l'appunto, far emergere», ha precisato Maggese. Da quel che risulta alla Polizia postale sono relativamente pochi i casi di persone denunciate per adescamento: 5-6 nello scorso anno. «Chiedete aiuto, al genitore, al professore, fatevi consigliare è l'accorato invito di Savastano e sporgete querela. Serve a svelare chi fa del male e ad evitare che lo possa fare ad altri». Attenzione, quindi, a chi si nasconde.

LA PREVENZIONE
Guerra dichiarata al cyberbullismo, quindi, che si concretizzerà grazie alla collaborazione tra Polizia, Prefettura e Scuole in rete e ad un camion lungo 18 metri, con tanto di palco. Un truck trasformato in sala operativa, venerdì 31 in piazza dei Martiri per l'intera mattinata, ospiterà gruppi di 50 studenti alla volta per 40 minuti di lezione, ma si metterà pure a disposizione della curiosità di tutti i cittadini. «Il cyberbullismo è immateriale e più feroce del classico gesto di bullismo in classe perché l'insulto ha lunghissima durata» ha sintetizzato così la questione il questore. Ecco che, ieri a Palazzo dei Rettori, il prefetto Mariano Savastano ha sottolineato quanto sia importante «la formazione, la prevenzione e il messaggio che tecnologia e web si aprono a potenzialità, ma anche a molti rischi, per tradursi spesso in forma di dipendenza». In guardia, quindi, con chi si nasconde.

LA CAMPAGNA
Farà tappa a Belluno, dunque, la campagna itinerante "Una vita da social", con il camion che è non facile avere perché richiestissimo. «Si tratta di una modalità, peraltro, che evita retorica e stanchi mantra, è la nostra azione complementare a quella della scuola», conclude il questore. Lo scopo dell'iniziativa, a cui parteciperanno classi delle scuole medie inferiori e del biennio delle superiori, sta proprio nel mettere in guardia sull'utilizzo della tecnologia. A rinnovare l'allerta della Polizia verso i pericoli che si incontrano nel ginepraio del web è stata Stefania Pagnozzi: «A 7 anni tutti i bambini usano un telefonino e sono in possesso delle stesse informazioni che aveva un adulto 50 anni fa. Il problema, ora, sta nel fatto è che i ragazzi fanno fatica a non sovrapporre vita reale e vita virtuale».

SU STRADA


Accanto al truck vi sarà lo stand della Polizia stradale, con video ed etilometro: "Il motto è "in strada come in rete". «Vogliamo mettere in guardia, in particolare, sull'uso del cellulare in auto ha affermato il comandante della Stradale, Salvatore Atorino si viaggia in modalità cieca per metri quando si abbassa il capo per leggere un messaggio».
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Il Gazzettino