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ROVIGO - Denunciati quattro minorenni nel rodigino. La denuncia è stata formalizzata dal padre di un dodicenne, presso la Questura di Rovigo, in pieno lockdown, nel mese di aprile. Il figlio, convinto di chattare con un'avvenente adolescente che lo invitava a denudarsi e compiere atti di autoerotismo, dopo aver ricevuto le rassicurazioni che le immagini non venissero diffuse ad altri, ha soddisfatto le richieste della sua interlocutrice. Come ormai sempre più spesso accade, per mera vendetta, un attimo dopo le immagini sono state, invece, subito diffuse. Facile comprendere il senso di impotenza e angoscia del ragazzo coinvolto, che fortunatamente ha raccontato tutto ai genitori e non ha compiuto atti estremi. Personale specializzato del Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni di Venezia ha immediatamente avviato le indagini, considerato che erano numerosi i follower della sedicente ragazza. Con l’articolata e complessa elaborazione dei dati informatici, gli investigatori sono riusciti a chiarire, quello che stavano purtroppo solo prospettando. Dietro l’avvenente ragazza si celavano, infatti, dei quindicenni che, di fatto, utilizzando un account femminile riuscivano ad estorcere contenuti pedopornografici ad altri minori per poi diffonderli con l'intento di denigrare le loro vittime. Ecco che sono scattati i decreti di perquisizione locale ed informatica su disposizione del Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di Venezia, dottoressa Dal Pos, a carico dei quattro minori individuati. L'esecuzione è stata eseguita direttamente dagli investigatori di Venezia, unitamente a quello della Sezione di Rovigo e della locale Squadra Mobile, le indagini stanno tuttora proseguendo. La Polizia Postale di Venezia, continuamente impegnata a monitorare in tutte le piattaforme i fenomeni correlati alla pedopornografia, coglie l'occasione di rilevare che l'utilizzo degli smartphone, sta portando ad un preoccupante incremento di casi in cui sono gli stessi minori a scambiarsi, con estrema facilità a mezzo WhatsApp o altri social media, contenuti sessuali destinati a rimanere privati.
Il Gazzettino