Minacce di morte alla moglie disabile: il marito orco allontanato da casa

Minacce di morte alla moglie disabile: il marito orco allontanato da casa
TRECENTA - Una vicenda delicata che riguarda un nucleo familiare altopolesano. A finire all'attenzione dei carabinieri della Stazione di Trecenta è stato un uomo...

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TRECENTA - Una vicenda delicata che riguarda un nucleo familiare altopolesano. A finire all'attenzione dei carabinieri della Stazione di Trecenta è stato un uomo accusato di aver rivolto minacce di morte alla moglie, affetta da disabilità così come anche il figlio. Una minaccia grave che ha fatto scattare le nuove procedure previste dal Codice Rosso, la legge 69/2019 in materia di tutela delle vittime di violenza domestica e di genere: 21 articoli che individuano un catalogo di reati attraverso i quali si esercita la violenza domestica e di genere e che consente di accelerare l'eventuale adozione di provvedimenti di protezione delle vittime. In questo caso l'atteggiamento minaccioso del marito verso la moglie ha visto i carabinieri applicare l'immediata misura precautelare dell'allontanamento dalla casa familiare.

CODICE ROSSO
Grazie al Codice rosso, ufficiali ed agenti di polizia giudiziaria hanno ora la facoltà di disporre, previa autorizzazione del pubblico ministero, l'allontanamento urgente dalla casa familiare con il divieto di avvicinarsi ai luoghi abitualmente frequentati dalla persona offesa, nei confronti di chi è colto in flagranza dei delitti che sono esplicitamente elencati come quelli attraverso i quali si estrinseca la cosiddetta violenza di genere, nel caso vi siano fondati motivi per ritenere che le condotte criminose possano essere reiterate ponendo in grave ed attuale pericolo la vita o l'integrità fisica o psichica della persona offesa.

L'articolo 4 della legge 69/2019 introduce nel codice penale l'ipotesi di violazione dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa, prevedendo la pena della reclusione da sei mesi a tre anni. Tornando al caso specifico, ieri, il tutto è poi passato al vaglio del giudice Sara Zen, chiamata a decidere sulla misura in un procedimento che riporta analogie con quanto avviene nel caso di un arresto in flagranza. Il giudice ha valutato la corretta applicazione della misura da parte dei carabinieri e, così come chiesto dal pm, l'ha mantenuta. Il procedimento, poi, è stato aggiornato ad una successiva udienza, in calendario per il prossimo mese di gennaio, con l'accoglimento della richiesta della difesa, affidata all'avvocato Elisa Zanon.
F.Cam. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino