Milano-Sanremo, il bellunese Pietrobon campione di sfortuna

Andrea Pietrobon, primo da destra
Nella Milano-Sanremo più veloce della storia (in parte anche per merito suo) il bellunese Andrea Pietrobon (Team Polti Kometa) si rende protagonista assoluto di una fuga...

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Nella Milano-Sanremo più veloce della storia (in parte anche per merito suo) il bellunese Andrea Pietrobon (Team Polti Kometa) si rende protagonista assoluto di una fuga pazzesca di oltre 240 km e transita in testa al gruppo proprio sulla leggendaria Cipressa. Un’impresa annunciata il giorno prima che però si è conclusa in modo molto sfortunato con una caduta poco dopo lo scollinamento della salita teatro di una delle imprese di Pantani.


IL FATTACCIO
Mancano 18 km all’arrivo e in una curva Samitier (Movistar) perde il controllo della bicicletta e finisce a terra, attaccato alla sua ruota c’è Andrea che non ha scampo e vola a terra con lui. Si rialza subito, si tiene un braccio, pare niente di grave ma per lui la Classicissima di Primavera che lo ha visto protagonista per tutta la giornata finisce lì, con tutta l’amarezza di essere vittima ancora una volta di un destino beffardo a pochi km dal traguardo in una gara in cui si era dimostrato un grande protagonista. Esattamente come al Giro del Veneto un anno fa. Ma con un epilogo speriamo completamente diverso.


DAVANTI A TUTTI


Resta una giornata spettacolare interpretata in modo straordinario da un Pietrobon in grande spolvero che assieme ai compagni di squadra Davide Bais e Mirco Maestri e altri sette ha firmato una fuga iniziata intorno al 20° km e chiusa dopo 228 km. Il cadorino aveva anticipato il piano gara proprio in un’intervista su queste pagine: «Sabato voglio andare in fuga, sono molto fiducioso vista anche la condizione buona, spero di arrivare più avanti possibile anche se gli uomini della Uae faranno una corsa dura». In realtà la corsa dura l’ha fatta proprio lui e il gruppetto in fuga costringendo gli inseguitori a medie che non si sono mai viste in 115 anni di Milano-Sanremo (la Cipressa fatta con punte di 36 orari). Al traguardo la media finale è stata di 46,11 orari. Per tutta la gara il gruppetto dei 10 fuggitivi mantiene un vantaggio di oltre 2’35”. Gli inseguitori cominciano a vedersi in fondo all’imbocco della Cipressa, dopo il forcing degli uomini della Uae di Pogacar il distacco si riduce a 1’ ma i fuggitivi resistono. Alle loro spalle i compagni dello sloveno impongono un ritmo che sgretola il gruppone e crea una fila interminabile lungo i tornanti. I fuggitivi tengono botta e Pietrobon scollina addirittura in testa a tutti, per primo sulla Cipressa. Restano in sei in fuga con 18” di vantaggio. Inizia la discesa, mancano 10 km al Poggio, ultima asperità prima del traguardo in via Roma. Samitier cade. Fine della gara. Fine del sogno del cadorino. La prima delle cinque Classiche Monumento sarà vinta poco dopo dal velocista Philipsen lanciato dalla maglia iridata Van der Poel (vincitore nel 2023) alla sua prima corsa su strada stagionale. «Siamo stati super-combattivi, volevamo essere protagonisti e andarci a prendere la fuga con gli uomini in miglior condizione, scappando via fortissimo al gruppo - spiega Stefano Zanatta, direttore sportivo del Team Polti Kometa -. Siamo andati persino al di sopra delle aspettative». E i tifosi bellunesi ringraziano Pietrobon per averli fatti sognare per 240 km in una delle gare monumento del ciclismo.
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Il Gazzettino