Olimpiadi 2026, il Trentino rinuncia al pattinaggio. Cortina "conferma" il bob

La rinuncia di Baselga a favore di Torino per il pattinaggio non modifica il programma ampezzano in vista dei Giochi

La pista di Baselga
CORTINA D'AMPEZZO - Lo spostamento delle gare di pattinaggio di velocità su pista lunga, ai Giochi olimpici invernali Milano Cortina 2026, dalla...

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CORTINA D'AMPEZZO - Lo spostamento delle gare di pattinaggio di velocità su pista lunga, ai Giochi olimpici invernali Milano Cortina 2026, dalla località trentina di Baselga di Piné alla città di Torino, riaccende l’attenzione sulle difficoltà e i ritardi che stanno gravando su un altro progetto olimpico: la ricostruzione della pista Eugenio Monti di Cortina, che dovrebbe accogliere le discese di bob, skeleton e slittino. 



IL SINDACO
Dal municipio ampezzano il sindaco Gianluca Lorenzi blinda però il progetto: «Cortina non perde proprio nulla, delle gare indicate nel dossier olimpico. Non c’è alcun impianto in discussione, non è mai balenata l’ipotesi di far disputare altrove le gare che ci sono state assegnate». Il programma resta pertanto quello definito quattro anni fa, nella candidatura: sci alpino femminile sulle piste della Tofana, che hanno accolto i Mondiali 2021 e sono pronte per i Giochi; pista di Ronco da rifare, per bob, skeleton e slittino; torneo a cinque cerchi di curling nello storico stadio Olimpico, monumento che ricorda i VII Giochi invernali Cortina 1954, anch’esso bisognoso di interventi. «Noi andiamo avanti così, su quanto ci è stato assegnato dal Comitato olimpico – sottolinea Lorenzi – anzi stiamo cercando ancora maggiori investimenti. Nello specifico, sulla pista di bob, il 18 gennaio ci sarà la conferenza di servizi decisoria. Poi mostreremo il progetto alla cittadinanza, in un incontro pubblico, probabilmente a febbraio, dopo gli appuntamenti di Coppa del mondo di sci e snowboard. È volontà della nostra amministrazione e della società Simico, che realizza le opere, far vedere gli elaborati. Appena avremo i progetti, li condivideremo. Però, prima di farlo, voglio avere tutte le carte in regola». Sullo spostamento del pattinaggio di velocità da Baselga di Piné a Torino, che dovrebbe essere reso ufficiale lunedì prossimo, da parte dell’amministrazione del paese trentino, il sindaco ampezzano Lorenzi non si esprime. L’eventuale cambio di sede, se ci sarà, dovrà essere approvato dal consiglio di amministrazione di Fondazione Milano Cortina 2026, la struttura che organizza le gare dei Giochi. 
LA NOMINA

Di recente l’amministrazione comunale di Cortina d’Ampezzo ha indicato nel vicentino Andrea Giovanardi, avvocato, commercialista e docente di diritto tributario all’Università di Trento, quale proprio rappresentante, all’interno del consiglio di amministrazione della Fondazione. Di tutt’altro parere è Roberta de Zanna, consigliera comunale di Cortina bene comune, una lista che nasce dall’amore dei suoi componenti per il territorio: «Lo spostamento del pattinaggio di velocità dal paese trentino a una struttura già usata per i Giochi 2006 è una buona notizia, qualora dovesse essere confermata ufficialmente. La ritengo una decisione dettata da buon senso: pure quell’impianto sportivo avrebbe avuto costi insostenibili, sia nella costruzione, sia nella futura gestione. Hanno anche loro gli stessi problemi nostri: indecisioni nelle procedure; ritardi nei progetti e nell’esecuzione dei lavori; costi previsti enormi, destinati a crescere ancora. Se hanno scelto di non fare quell’impianto, si tratta di una decisione coraggiosa, assunta con coscienza, nella presa d’atto della realtà che ci circonda, con problemi economici, sociali, ambientali». Nel confronto fra questo caso trentino e l’opposizione al rifacimento della Eugenio Monti di Ronco, la consigliera de Zanna aggiunge: «Speriamo ci sia lo stesso buon senso anche per la pista di Cortina. Rinunciare alla costruzione, per disputare le gare in un impianto già esistente, non sarebbe di certo una sconfitta per i proponenti, per coloro che hanno voluto i Giochi olimpici e paralimpici invernali in Italia. Sarebbe invece una matura presa d’atto della realtà. Si potrebbe così dimostrare che si preferisce badare all’interesse generale, invece di perseguire un vantaggio personale, dei pochi che vogliono a tutti i costi realizzare questa struttura». 
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Il Gazzettino