Migranti, scontro tra sindaci e prefetti: «Ma in Veneto è solo un problema di comunicazione»

Michele Di Bari cerca di spegnere le polemiche: «Si parla di 4mila migranti, ma non è detto. I numeri potrebbero ridursi»

Da sinistra il prefetto Michele di Bari, il governatore Luca Zaia e il ministro Matteo Salvini
VENEZIA - Un problema di comunicazione. Michele Di Bari, prefetto di Venezia e coordinatore dei colleghi in Veneto, spiega sostanzialmente così il caso migranti...

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VENEZIA - Un problema di comunicazione. Michele Di Bari, prefetto di Venezia e coordinatore dei colleghi in Veneto, spiega sostanzialmente così il caso migranti scoppiato nel Vicentino, proprio nel giorno in cui il governatore Luca Zaia annunciava il protocollo d’intesa sull’accoglienza diffusa fra Regione, Anci ed appunto Prefetture. Secondo le linee indicate da Ca’ Corner, l’ospitalità dev’essere dignitosa e deve contare sulla volontarietà dei sindaci, ma anche gli Uffici territoriali di governo devono comunicare tempestivamente gli arrivi per evitare tensioni nei territori, le cui ricadute tuttavia continuano a rinfocolare lo scontro politico.

IN STRADA
Dopo lo sfogo di Altavilla Vicentina con il primo cittadino Paolo Dalla Pozza, ieri è stata la volta di Sovizzo con il collega Paolo Garbin. Il racconto è simile: la telefonata di avviso sull’arrivo di alcuni richiedenti asilo provenienti dal centro di smistamento di Mestre, l’appuntamento che va a vuoto, il successivo rinvenimento di tre maliani in strada (in questo caso davanti all’ufficio postale), scaricati da un furgone con l’indicazione di rimanere seduti in attesa di un non meglio precisato trasferimento altrove. «La presenza di migranti catapultati precipitosamente sul territorio comunale, in assenza di concordate misure per gestire adeguatamente tali persone, pone l’amministrazione in condizioni di oggettiva impossibilità nel far fronte a questa emergenza», protesta il sindaco Garbin.
Oggi in Prefettura a Vicenza si terrà una riunione con gli amministratori locali. Anche nel suo ruolo di firmatario dell’accordo, da Venezia il prefetto Di Bari prova però a ricondurre la polemica nell’oggettività di numeri modesti e fraintendimenti comunicativi: «Dispiace se ci sono stati dei disagi, ma questi dipendono soprattutto da mancate comunicazioni. I sindaci del Veneto stanno collaborando, e bene, i migranti vengono distribuiti su tutto il territorio regionale. Ma altrettanta collaborazione e attenzione dev’esserci da parte delle Prefetture. Dobbiamo governare questo fenomeno con leale collaborazione, ricordando che la linea è quella dell’accoglienza diffusa, evitando accentramenti di persone in luoghi già fragili, così come nei Comuni a forte vocazione turistica». Peraltro secondo Di Bari potrebbero essere riviste al ribasso le stime sugli approdi in Veneto emerse martedì a Palazzo Balbi: «Si tratta finora di un numero congruo di arrivi. Non stiamo ragionando sui numeri. Ho letto che qualcuno ha fatto una previsione di 4.000; non è così, i numeri sono flessibili, dipende innanzitutto dalle condizioni meteo-marine. Gli sbarchi, e quindi i numeri, possono ridursi». 

LA POLITICA
Ma dopo lo strappo del segretario Alberto Stefani, nella Lega l’irritazione continua a farsi sentire. Attaccano le senatrici Mara Bizzotto ed Erika Stefani: «Siamo dalla parte dei sindaci vicentini e condanniamo il comportamento profondamente scorretto della Prefettura di Vicenza in materia di immigrazione. Le amministrazioni comunali non possono essere costrette a subire decisioni calate dall’alto e per questo i sindaci della Lega non si piegheranno ai diktat della Prefettura». «I sindaci sono il baluardo della democrazia sul territorio e non si può accettare che nessuno scarichi i migranti sulle porte dei municipi», concorda il capogruppo regionale Alberto Villanova, citando «i pullman che scaricavano i clandestini di notte» ai tempi del ministro Angelino Alfano: «Questo modello non ha niente a che vedere con quello che deve fare questo Governo». Il consigliere regionale Giulio Centenaro rivendica i meriti di Matteo Salvini «quando aveva l’incarico» al Viminale: «È necessario che il governo Meloni prenda in mano con decisione la situazione prima che sfugga al controllo».


Servita su un piatto d’argento, diventa facile la replica del centrosinistra. Dice infatti la consigliera regionale Elena Ostanel (Il Veneto che vogliamo): «Se vogliono contestare il numero dei migranti che toccheranno al Veneto, allora devono citofonare a Palazzo Chigi e inveire contro la propria maggioranza, perché sono Fratelli d’Italia e Lega gli azionisti principali del governo, ed è proprio con l’arrivo di Meloni che i numeri dei migranti sono esplosi». Chiosa la deputata Rachele Scarpa (Partito Democratico): «Il presidente Zaia ha finalmente preso atto con cognizione di causa che quello della migrazione è un fenomeno complesso che va gestito lasciando da parte la propaganda». Chiude la capogruppo regionale dem Vanessa Camani: «Ora vorremmo capire come Zaia pensa concretamente di gestire il numero di arrivi previsto». 
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Il Gazzettino