«Noi, profughi dall'Africa facciamo i camerieri volontari alla sagra»

«Noi, profughi dall'Africa facciamo i camerieri volontari alla sagra»
BATTAGLIA TERME (PADOVA) - «In Gambia ero un soldato. Lì c'è la dittatura. Avevamo l'ordine di uccidere chi si opponeva al regime. Sono scappato, non ce la facevo...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
BATTAGLIA TERME (PADOVA) - «In Gambia ero un soldato. Lì c'è la dittatura. Avevamo l'ordine di uccidere chi si opponeva al regime. Sono scappato, non ce la facevo più». Ebrima ha 33 anni e una voglia matta di ricominciare daccapo. È in Italia da sette mesi. Ora vive in un ostello di Monselice, nel padovano, gestito dalla cooperativa sociale Ecofficina. Fino al prossimo 2 luglio svolgerà servizio come cameriere volontario alla festa della birra "Non solo rock" di Battaglia Terme. Insieme a lui altri quattro ragazzi, tutti profughi africani.




L'idea è venuta al direttore artistico del festival Michele Ceresoli e al coordinatore dell'evento Manrico Sartori. Hanno chiesto l'autorizzazione alla Prefettura di Padova e alla stessa cooperativa sociale. «Hanno accettato di buon grado - precisano - Chi l'ha detto che i migranti non possono essere impiegati in piccoli lavoretti?».



La traversata di Ebrima, dalla Libia fino a Lampedusa, è durata due giorni. Non sa dirci in quanti erano stipati nel barcone della speranza. «Ho visto due ragazzi cadere e annegare - racconta - È stata un'esperienza terribile. Ci ha salvati una nave italiana. Ci hanno dato da mangiare, da bere e dei vestiti. Sono stati i nostri angeli». Dalla Sicilia Ebrima è stato portato in Veneto. «Vorrei rimanere in Italia, trovare un lavoro. Sto attendendo il responso da parte della commissione che giudica il nostro status».



Sidy, 23 anni, è senegalese. Allo stand gastronomico è a suo agio: saluta, dà il cinque agli altri camerieri e ad alcuni avventori. Sì, va bene l'intervista. Però per pochi minuti: vuole iniziare a lavorare. O forse non ha voglia di ricordare le traversie che ha dovuto sopportare. «Durante il viaggio in barca alcune persone sono morte», attacca. «In Senegal ho lavorato come autista e cameriere - continua - Mi piacerebbe trovare un'occupazione simile anche qui in Italia. Il mio Paese d'origine è molto povero; qui si sta bene. Sono pronto a mettermi in gioco». Gli domandiamo com'è lavorare allo stand della festa della birra. «Bellissimo. Ci aiutiamo tutti, italiani e stranieri». Deve proprio andarsene, ha visto un tavolo da spreparare. «Sono così - sottolinea Ceresoli - Al termine della prima serata ho detto loro che ci saremmo visti il giorno successivo alle otto e mezza. Si sono presentati alle 8.30 del mattino, non vedevano l'ora di iniziare. Il ritrovo era però fissato alle 20.30». L'impiego dei migranti ha sollevato qualche polemica a Battaglia. Qualcuno è arrivato a dire che quest'anno non sarebbe venuto a causa della presenza dei profughi. «Noi andiamo avanti per la nostra strada - aggiunge il direttore artistico - È pure vero il contrario: molta gente fa un salto per conoscere di persona questi ragazzi». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino