Nuovi migranti in arrivo nel trevigiano, i sindaci sono divisi sull'accoglienza: «Non ci sono più posti disponibili dove metterli»

Nuovi migranti in arrivo nel trevigiano, i sindaci sono divisi sull'accoglienza
TREVISO - Accoglienza dei richiedenti asilo, la prefettura "chiama" i comuni, ma le varie amministrazioni si dividono. I tempi dell'ammassamento dei migranti...

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TREVISO - Accoglienza dei richiedenti asilo, la prefettura "chiama" i comuni, ma le varie amministrazioni si dividono. I tempi dell'ammassamento dei migranti nelle ex caserme e nelle ex basi militari, complice anche il covid, sembrano alle spalle: l'ex Serena a Dosson e l'ex Zanusso a Oderzo sono ormai pressocché sature e oltre i gestori non intendono andare, visto i disordini che possono scaturire da locali affollati e convivenza forzata tra gruppi ed etnie eterogenee. Di contro, il decreto dell'allora ministro dell'Interno Matteo Salvini ha di fatto smantellato la rete dell'accoglienza diffusa che coinvolgeva soggetti come cooperative sociali e Caritas, un "salvagente" che oggi tornerebbe utile, ma a cui la normativa ha di fatto sottratto le risorse: «È indubbiamente una contraddizione, i nodi arrivano sempre al pettine - attacca la sindaca di Roncade Pieranna Zottarelli - Se non si hanno politiche che riescano a frenare gli arrivi indiscriminati e disciplinare con flussi controllati le persone che servono al mondo del lavoro, ci si ritrova in queste condizioni. Si cerca di chiudere la stalla quando i buoi sono scappati».

Al completo, per i migranti i Comuni non riescono a trovare spazi

A Roncade i posti messi a disposizione dagli industriali nei loro alloggi sono già occupati, spiega Zottarelli, che comprende lo spirito con cui la prefettura si è rivolta a soggetti pubblici e privati per prevenire un bisogno che diventerà sempre più crescente: «La cosa più importante è che questa forma di accoglienza sia accompagnata da persone formate che seguano i migranti, e sappiamo che se ne trovano sempre meno, e che i profughi stessi siano messi nelle condizioni di ricambiare subito l'ospitalità lavorando, senza diventare un elemento di difficoltà per il territorio». In tema di immigrazione «di contraddizioni ne vediamo continuamente», le fa eco il sindaco dem di Preganziol Paolo Galeano: «E dopo anni di proclami stanno emergendo in maniera lampante». Galeano non si tira indietro: «Saremo al tavolo, come sempre, anche in periodi in cui parlare di questo tema nelle nostre comunità era ancor più difficile. Faremo tutto il possibile». Antonio Miatto, primo cittadino leghista di Vittorio Veneto, la vede diversamente: «La buona volontà c'è sempre stata, però facciamo un pochettino le parti, no? Noi abbiamo dato e continuiamo a dare, ma altri posti liberi non ce ne sono».

Il punto dall'assessore regionale Marcato

Guai a scaricare alle periferie un problema che va gestito a livello di governo centrale e di Unione Europea, tuona anche l'assessore regionale alle Attività produttive Roberto Marcato, ieri, 16 marzo, a Treviso, proprio in mezzo ai sindaci, per parlare di comunità energetiche. Pur consapevole che dalle categorie economiche e dalle imprese arriva forte la richiesta di flussi di ingresso regolamentati perché personale, qui, non se ne trova: «Serve una visione razionale conclude Marcato sì ai flussi controllati, ma non va bene chiunque, sennò si allunga la fila di disoccupati. Con i Paesi di partenza si deve dire quanti carpentieri servono, quanti operai servono e quelli si fanno entrare. Non possiamo rivivere gli incubi della gestione imposta nei territori dal Partito democratico».
 

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Il Gazzettino